The exhibition is born from a reflection on the theme of installations, set designs, and, more generally, all temporary devices, which are also removable, detachable, and provisional; due to their adaptability and mobility, these devices bear the quality of true paradigms of contemporary projects. The title makes reference to a list of words written during a meeting between Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Francesca Balena Arista e Marco De Santi, in october 2013, and in this occasion becomes the starting point for a series of works and projects displayed in the exhibition. The installation, located on the raised podium, offers an overall perspective on the scale models designed by the 2nd year Interior design students from the design school of Politecnico di Milano and represents an interpretation of the theme and a collective body of work. The models are evocative and narrative set designs, sometimes realistic, but also abstract and metaphorical. For Andrea Branzi and Michele DeLucchi, “the model is an instrument for steering thought, research and representation” also in professional practice. Embracing this approach, in 2014 Andrea Branzi coined the name “La scuola di piazza Bausan” to underline a pedagogical practice based on experimentation and research, that trespasses the boundaries of classical teaching modalities and traditional themes.

Questa mostra nasce da una riflessione sul tema delle installazioni, delle scenografie e in generale di tutti quei dispositivi temporanei - quindi smontabili, riconfigurabili, provvisori, che ci appaiono, per le loro caratteristiche di trasportabilità e adattabilità, come veri e propri paradigmi del progetto contemporaneo. Il titolo fa riferimento ad una lista di parole stilata durante un incontro tra Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Francesca Balena Arista e Marco De Santi nell’ottobre 2013, parole che diventano il punto di partenza per una serie di opere e progetti esposti. L’installazione, con la sua pedana percorribile rialzata, offre un punto di vista sui modelli realizzati dagli studenti, intesi come opere plurali. Questi modelli in scala sono scenografie evocative e narrative, a volte realistiche a volte astratte e metafisiche, che esprimono differenti interpretazioni del tema da parte dei singoli gruppi . Per Andrea Branzi e Michele De Lucchi, “il modello è uno strumento di pensiero, di ricerca e di rappresentazione“, anche nella prassi professionale. Con il nome “La Scuola di Piazza Bausan“ coniato da Andrea Branzi nel 2014, si fa riferimento a una prassi didattica sperimentale e di ricerca, che si pone fuori dalle modalità classiche e dalle tematiche tradizionali.

Temporaneo Trasferibile Sostenibile Reversibile Incompleto Trasformabile Contaminabile Percorribile Deperibile... o l'esatto opposto

F. Balena Arista;M. De Santi;I. Suteu;F. F. Clerici;G. Boromello;N. Chierichetti;S. Gigliotti;Francesca Mannini;A. Soressi
2025-01-01

Abstract

The exhibition is born from a reflection on the theme of installations, set designs, and, more generally, all temporary devices, which are also removable, detachable, and provisional; due to their adaptability and mobility, these devices bear the quality of true paradigms of contemporary projects. The title makes reference to a list of words written during a meeting between Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Francesca Balena Arista e Marco De Santi, in october 2013, and in this occasion becomes the starting point for a series of works and projects displayed in the exhibition. The installation, located on the raised podium, offers an overall perspective on the scale models designed by the 2nd year Interior design students from the design school of Politecnico di Milano and represents an interpretation of the theme and a collective body of work. The models are evocative and narrative set designs, sometimes realistic, but also abstract and metaphorical. For Andrea Branzi and Michele DeLucchi, “the model is an instrument for steering thought, research and representation” also in professional practice. Embracing this approach, in 2014 Andrea Branzi coined the name “La scuola di piazza Bausan” to underline a pedagogical practice based on experimentation and research, that trespasses the boundaries of classical teaching modalities and traditional themes.
2025
Questa mostra nasce da una riflessione sul tema delle installazioni, delle scenografie e in generale di tutti quei dispositivi temporanei - quindi smontabili, riconfigurabili, provvisori, che ci appaiono, per le loro caratteristiche di trasportabilità e adattabilità, come veri e propri paradigmi del progetto contemporaneo. Il titolo fa riferimento ad una lista di parole stilata durante un incontro tra Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Francesca Balena Arista e Marco De Santi nell’ottobre 2013, parole che diventano il punto di partenza per una serie di opere e progetti esposti. L’installazione, con la sua pedana percorribile rialzata, offre un punto di vista sui modelli realizzati dagli studenti, intesi come opere plurali. Questi modelli in scala sono scenografie evocative e narrative, a volte realistiche a volte astratte e metafisiche, che esprimono differenti interpretazioni del tema da parte dei singoli gruppi . Per Andrea Branzi e Michele De Lucchi, “il modello è uno strumento di pensiero, di ricerca e di rappresentazione“, anche nella prassi professionale. Con il nome “La Scuola di Piazza Bausan“ coniato da Andrea Branzi nel 2014, si fa riferimento a una prassi didattica sperimentale e di ricerca, che si pone fuori dalle modalità classiche e dalle tematiche tradizionali.
maquette, design, installation, representation, experimental teaching, architectural model
maquette, design, installazione, rappresentazione, didattica sperimentale, modello di architettura
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