A fine Luglio 2022, Le Nazioni Unite riconoscono il diritto umano di vivere in un ambiente sano. Questa risoluzione afferma l’urgenza di agire per ridurre il degrado ambientale che costituisce una minaccia seria per la salute umana. La salute ambientale, quando manca, è responsabile del 24% delle mortalità mondiali (OMS). Il dato suscita una serie di interrogazioni sulla responsabilità in termine di cause, attori e scale di cambiamento. Le nozioni di “Transformative Agency” o della “Transformative Urban Capacity” attribuiscono una sfera di influenza umana toccando ad istituzioni, aziende, cittadini... Che fare? Come fare? E con chi? Le domande diventano ricorrenti nella ricerca di percorsi e metodologie per un agire efficace e temporalmente fattibile. L’ambiente urbano diventa un campo sperimentale dove la scienza urbana e la scienza cittadina si incrociano testando modi per decriptare sfide complesse e attivare risorse di ben intenzionati per diventare leve in un ecosistema integrato dell’azione. Sentiamo appelli istituzionali frequenti, a livello locale ed europeo, per includere l’ingaggio cittadino, la co-creazione e la “citizen science” nella progettazione ambientale. I fondamenti di questa intenzione, malgrado criticata spesso per la sua logica di mercato, risalgono a una volontà di allentare la polarizzazione dell’azione e favorire un’innovazione aperta. Per la disciplina urbanistica emergono nuovi spazi di sperimentazione e di ricerca dove le limitazioni e i benefici dell’innovazione urbana sulla cittadinanza attiva e la governance (agile della città sono osservati in campo facendo. Questo paper porta i risultati di una ricerca azione in corso nel progetto Air-Break UIA, e contribuisce allo sviluppo di strumenti e pratiche efficaci per una conoscenza ambientale più consapevole, concreta e attuativa. Da Aprile 2021, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani al Politecnico di Milano sta testando approcci alternativi del Living Labs, integrando una dimensione temporale, sistemica, sociopolitica, e riflessiva dell’ingaggio. Presenteremo il caso di otto istituti superiori di Ferrara coinvolti in diversi formati d’ingaggio (Festa dell’Aria, “Citizen sensing”, “Air-Friendly Schools Labs”) con una decina di docenti e un centinaio di studenti. Esporremo alcune osservazioni del monitoraggio qualitativo effettuato su un campione di 130 studenti per riflettere sull’effetto dell’ingaggio sulle conoscenze e pratiche. Ipotizziamo l’effetto di un processo trasformativo, dove l’apprendimento attivo e contestualizzato, attento all’indagine e la risoluzione di problemi ambientali locali, permette di acquisire tratti del cittadino ambientale: Una persona in grado di identificare le cause strutturali alla base del degrado ambientale, possiede la volontà, le competenze della riflessione critica, partecipa ed è pronto ad agire sulle cause.

L’ingaggio per l’innovazione urbana come un processo di apprendimento attivo della cittadinanza ambientale.

Makki Farah;Eugenio Morello
2022-01-01

Abstract

A fine Luglio 2022, Le Nazioni Unite riconoscono il diritto umano di vivere in un ambiente sano. Questa risoluzione afferma l’urgenza di agire per ridurre il degrado ambientale che costituisce una minaccia seria per la salute umana. La salute ambientale, quando manca, è responsabile del 24% delle mortalità mondiali (OMS). Il dato suscita una serie di interrogazioni sulla responsabilità in termine di cause, attori e scale di cambiamento. Le nozioni di “Transformative Agency” o della “Transformative Urban Capacity” attribuiscono una sfera di influenza umana toccando ad istituzioni, aziende, cittadini... Che fare? Come fare? E con chi? Le domande diventano ricorrenti nella ricerca di percorsi e metodologie per un agire efficace e temporalmente fattibile. L’ambiente urbano diventa un campo sperimentale dove la scienza urbana e la scienza cittadina si incrociano testando modi per decriptare sfide complesse e attivare risorse di ben intenzionati per diventare leve in un ecosistema integrato dell’azione. Sentiamo appelli istituzionali frequenti, a livello locale ed europeo, per includere l’ingaggio cittadino, la co-creazione e la “citizen science” nella progettazione ambientale. I fondamenti di questa intenzione, malgrado criticata spesso per la sua logica di mercato, risalgono a una volontà di allentare la polarizzazione dell’azione e favorire un’innovazione aperta. Per la disciplina urbanistica emergono nuovi spazi di sperimentazione e di ricerca dove le limitazioni e i benefici dell’innovazione urbana sulla cittadinanza attiva e la governance (agile della città sono osservati in campo facendo. Questo paper porta i risultati di una ricerca azione in corso nel progetto Air-Break UIA, e contribuisce allo sviluppo di strumenti e pratiche efficaci per una conoscenza ambientale più consapevole, concreta e attuativa. Da Aprile 2021, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani al Politecnico di Milano sta testando approcci alternativi del Living Labs, integrando una dimensione temporale, sistemica, sociopolitica, e riflessiva dell’ingaggio. Presenteremo il caso di otto istituti superiori di Ferrara coinvolti in diversi formati d’ingaggio (Festa dell’Aria, “Citizen sensing”, “Air-Friendly Schools Labs”) con una decina di docenti e un centinaio di studenti. Esporremo alcune osservazioni del monitoraggio qualitativo effettuato su un campione di 130 studenti per riflettere sull’effetto dell’ingaggio sulle conoscenze e pratiche. Ipotizziamo l’effetto di un processo trasformativo, dove l’apprendimento attivo e contestualizzato, attento all’indagine e la risoluzione di problemi ambientali locali, permette di acquisire tratti del cittadino ambientale: Una persona in grado di identificare le cause strutturali alla base del degrado ambientale, possiede la volontà, le competenze della riflessione critica, partecipa ed è pronto ad agire sulle cause.
2022
citizen science, Urban innovation, transformative capacities, co-creation, engagement, environmental citizenship
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