Il testo è pubblicato come contributo nella sezione “Ricerche” sul numero 19 della rivista ARK che insieme al precedente illustra i contenuti della mostra "Mi-Bg. 49 km visti dall'autostrada", curata da Andrea Gritti con Giovanni Hänninen, Paolo Mestriner e Davide Pagliarini per il circuito TXtra "In viaggio con la Triennale di Milano". Il testo analizza il territorio attraversato dall'autostrada A4, restituendolo come una raccolta di trame edificate discontinue e stratificazioni contraddittorie con le quali la giacitura autostradale interferisce. Lungo l’autostrada si innestano architetture che fanno dei propri fronti superfici pubblicitarie, lavorando con la spazialità percepita in movimento dagli utenti motorizzati. Sperimentazioni come il Kilometro Rosso, l’Oriocenter e il termovalorizzatore ASM a Brescia hanno un debito culturale nei confronti delle ricerche progettuali condotte a partire dal secondo dopoguerra rispetto all’abbandono della severità del capannone industriale per affidarsi alla ricerca sulla comunicazione visiva. Una delle massime espressioni di questa ricerca è la Dalmine SpA di Corsini e Wiskemann del 1976, il cui tema progettuale originario, in tempi recenti modificato per esigenze di comunicazione sottese a logiche commerciali, è evocato nella nuova livrea degli stabilimenti TenarisDalmine. Accanto all’autostrada “dei fronti”, è riconoscibile un’autostrada “dei retri”: l’infrastruttura attira ai suoi margini funzioni secondarie, usi informali, materiali e luoghi di scarto, sullo sfondo di un paesaggio di retri afferenti ad attrezzature di portata territoriale ma di difficile integrazione nei contesti delle periferie urbane, per la loro dimensione o specializzazione e per ragioni di sicurezza ambientale. Questo retro autostradale, spurio e contraddittorio, appare tuttavia come il luogo dove si giocano le questioni più rilevanti per il destino dell’infrastruttura e dei territori che attraversa.
Diritto e rovescio. L'altra faccia dell'autostrada
GRITTI, ANDREA;ZANOTTO, FRANCESCA
2016-01-01
Abstract
Il testo è pubblicato come contributo nella sezione “Ricerche” sul numero 19 della rivista ARK che insieme al precedente illustra i contenuti della mostra "Mi-Bg. 49 km visti dall'autostrada", curata da Andrea Gritti con Giovanni Hänninen, Paolo Mestriner e Davide Pagliarini per il circuito TXtra "In viaggio con la Triennale di Milano". Il testo analizza il territorio attraversato dall'autostrada A4, restituendolo come una raccolta di trame edificate discontinue e stratificazioni contraddittorie con le quali la giacitura autostradale interferisce. Lungo l’autostrada si innestano architetture che fanno dei propri fronti superfici pubblicitarie, lavorando con la spazialità percepita in movimento dagli utenti motorizzati. Sperimentazioni come il Kilometro Rosso, l’Oriocenter e il termovalorizzatore ASM a Brescia hanno un debito culturale nei confronti delle ricerche progettuali condotte a partire dal secondo dopoguerra rispetto all’abbandono della severità del capannone industriale per affidarsi alla ricerca sulla comunicazione visiva. Una delle massime espressioni di questa ricerca è la Dalmine SpA di Corsini e Wiskemann del 1976, il cui tema progettuale originario, in tempi recenti modificato per esigenze di comunicazione sottese a logiche commerciali, è evocato nella nuova livrea degli stabilimenti TenarisDalmine. Accanto all’autostrada “dei fronti”, è riconoscibile un’autostrada “dei retri”: l’infrastruttura attira ai suoi margini funzioni secondarie, usi informali, materiali e luoghi di scarto, sullo sfondo di un paesaggio di retri afferenti ad attrezzature di portata territoriale ma di difficile integrazione nei contesti delle periferie urbane, per la loro dimensione o specializzazione e per ragioni di sicurezza ambientale. Questo retro autostradale, spurio e contraddittorio, appare tuttavia come il luogo dove si giocano le questioni più rilevanti per il destino dell’infrastruttura e dei territori che attraversa.File | Dimensione | Formato | |
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