L'articolo esamina la realizzazione degli edifici RCS - Media Group Headquarters, all'interno del nuovo polo della comunicazione e dei media definito dagli interventi di riqualificazione dell'area situata tra Via Rizzoli, Via Cazzaniga e il Parco Lambro a Milano, che si configura rispetto alla finalità di costituire un settore urbano dotato di una propria identità espressiva e riconoscibile attraverso la concezione dei sistemi di facciata. Gli interventi riguardano l'elaborazione progettuale messa a punto da Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, comportando l'inserimento degli organismi architettonici a destinazione terziaria all'interno di un ampio complesso a corte culminante nella torre, intesa quale landmark territoriale verso il parco e la periferia circostante. La sede storica, invece, è ricostruita completamente mediante l'esecuzione di un tipo architettonico in linea. In generale, la realizzazione consiste nell'innesto dei corpi volumetrici regolari e convenzionali, caratterizzati dalla variazione dei sistemi di facciata in accordo all'impiego di texture superficiali diverse, ovvero assumendo il tema del "codice a barre" (o "barcode", declinato con modalità originali) per l'edificio "A2" e accogliendo la proiezione delle "pinne" frangisole per l'edificio "B5". Le flessioni della cortina prospettica costituiscono lo strumento di interazione verso il contesto: ovvero, la modulazione di facciata, da un lato, si raccorda alla volumetria dell'edificio già realizzato e sede della casa editrice Rizzoli, dall'altro lato, gestisce la configurazione spaziale dell'ingresso principale. La scansione a bande verticali dell'involucro deriva dalla ridefinizione del linguaggio utilizzato per l'intervento di insieme, al fine di consentirne la lettura unitaria: questo offrendo l'opportunità di approfondire il rapporto tra il sistema cromatico e percettivo esterno e l'ambito sia prestazionale sia funzionale interno. A tale proposito, le necessità tipologiche e fruitive degli spazi di lavoro stabiliscono la localizzazione delle unità di uffici e di settori open space, generando la rigida collocazione delle aperture: la scansione principale, definita dal sistema di involucro per superfici opache e trasparenti, produce un ritmo regolare, tuttavia complicato per mezzo della sottostruttura cromatica rivolta a incrementare la percezione complessiva.
Organismo "Barcode", metrica e modulazione di facciata
NASTRI, MASSIMILIANO
2014-01-01
Abstract
L'articolo esamina la realizzazione degli edifici RCS - Media Group Headquarters, all'interno del nuovo polo della comunicazione e dei media definito dagli interventi di riqualificazione dell'area situata tra Via Rizzoli, Via Cazzaniga e il Parco Lambro a Milano, che si configura rispetto alla finalità di costituire un settore urbano dotato di una propria identità espressiva e riconoscibile attraverso la concezione dei sistemi di facciata. Gli interventi riguardano l'elaborazione progettuale messa a punto da Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, comportando l'inserimento degli organismi architettonici a destinazione terziaria all'interno di un ampio complesso a corte culminante nella torre, intesa quale landmark territoriale verso il parco e la periferia circostante. La sede storica, invece, è ricostruita completamente mediante l'esecuzione di un tipo architettonico in linea. In generale, la realizzazione consiste nell'innesto dei corpi volumetrici regolari e convenzionali, caratterizzati dalla variazione dei sistemi di facciata in accordo all'impiego di texture superficiali diverse, ovvero assumendo il tema del "codice a barre" (o "barcode", declinato con modalità originali) per l'edificio "A2" e accogliendo la proiezione delle "pinne" frangisole per l'edificio "B5". Le flessioni della cortina prospettica costituiscono lo strumento di interazione verso il contesto: ovvero, la modulazione di facciata, da un lato, si raccorda alla volumetria dell'edificio già realizzato e sede della casa editrice Rizzoli, dall'altro lato, gestisce la configurazione spaziale dell'ingresso principale. La scansione a bande verticali dell'involucro deriva dalla ridefinizione del linguaggio utilizzato per l'intervento di insieme, al fine di consentirne la lettura unitaria: questo offrendo l'opportunità di approfondire il rapporto tra il sistema cromatico e percettivo esterno e l'ambito sia prestazionale sia funzionale interno. A tale proposito, le necessità tipologiche e fruitive degli spazi di lavoro stabiliscono la localizzazione delle unità di uffici e di settori open space, generando la rigida collocazione delle aperture: la scansione principale, definita dal sistema di involucro per superfici opache e trasparenti, produce un ritmo regolare, tuttavia complicato per mezzo della sottostruttura cromatica rivolta a incrementare la percezione complessiva.File | Dimensione | Formato | |
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