Il mio testo, “Testi e Contesti”, è il frutto di una serie di riflessioni svolte durante un corso di Dottorato da me tenuto intitolato “Letture di Interni”, facente parte del XXVII ciclo di Dottorato in Architettura degli Interni e Allestimento della Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano. Con gli studenti del Dottorato ho discusso a lungo nel merito di alcuni testi, sicuramente eterogenei, ma uniti dalla voglia di aderire a nuove idee di modernità, magari portatrici di trasformazioni parziali, tuttavia di grande forza propositiva. I testi sono: Andrea Branzi, L’allestimento come metafora di una nuova modernità, in: Lotus 115 (2002) Germano Celant, Una macchina visuale, in: Rassegna 10 (1982) Alessandro Mendini, Città delle torri, in: Next (Catalogo della 8° mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, (2002)) Alessandro Mendini, Quali cose siamo, in: (Catalogo della Triennale design museum (2010/2011)) Pierluigi Nicolin, Il TAO della Sejima, in: Lotus Navigator - L’anima del Giappone (2001) Franco Purini, I musei dell’iperconsumo, in: Pippo Ciorra, Donata Tchou (a cura di) Museum Next generation, il futuro dei musei, Electa (2006) Franco Quadri, La deverbalizzazione del teatro - Il gioco dei capovolgimenti in: Lotus 17 (1977) Paul Virilio, Dal superuomo all’uomo sovreccitato in: Domus 755 (1993) I testi degli studenti del Dottorato, quelli ora contenuti nel libro “Oggetti, Spazi, Azioni”, si sovrappongono ai testi letti cercando nuovi ordini non gerarchici: multi-spazialità e contaminazione, divisione e contrasto, ibridazione e trasversalità, sono i nuovi termini su cui abbiamo cercato di costruire un nuovo ordine e un nuovo sistema di nessi logici.
Testi e Contesti
SALVADEO, PIERLUIGI
2012-01-01
Abstract
Il mio testo, “Testi e Contesti”, è il frutto di una serie di riflessioni svolte durante un corso di Dottorato da me tenuto intitolato “Letture di Interni”, facente parte del XXVII ciclo di Dottorato in Architettura degli Interni e Allestimento della Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano. Con gli studenti del Dottorato ho discusso a lungo nel merito di alcuni testi, sicuramente eterogenei, ma uniti dalla voglia di aderire a nuove idee di modernità, magari portatrici di trasformazioni parziali, tuttavia di grande forza propositiva. I testi sono: Andrea Branzi, L’allestimento come metafora di una nuova modernità, in: Lotus 115 (2002) Germano Celant, Una macchina visuale, in: Rassegna 10 (1982) Alessandro Mendini, Città delle torri, in: Next (Catalogo della 8° mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, (2002)) Alessandro Mendini, Quali cose siamo, in: (Catalogo della Triennale design museum (2010/2011)) Pierluigi Nicolin, Il TAO della Sejima, in: Lotus Navigator - L’anima del Giappone (2001) Franco Purini, I musei dell’iperconsumo, in: Pippo Ciorra, Donata Tchou (a cura di) Museum Next generation, il futuro dei musei, Electa (2006) Franco Quadri, La deverbalizzazione del teatro - Il gioco dei capovolgimenti in: Lotus 17 (1977) Paul Virilio, Dal superuomo all’uomo sovreccitato in: Domus 755 (1993) I testi degli studenti del Dottorato, quelli ora contenuti nel libro “Oggetti, Spazi, Azioni”, si sovrappongono ai testi letti cercando nuovi ordini non gerarchici: multi-spazialità e contaminazione, divisione e contrasto, ibridazione e trasversalità, sono i nuovi termini su cui abbiamo cercato di costruire un nuovo ordine e un nuovo sistema di nessi logici.File | Dimensione | Formato | |
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