Il colore dei materiali è un tema ampio e di difficile inquadramento se si prova a pensare a tutto quanto può essere incluso in una simile trattazione. L’uomo ha da sempre apprezzato i materiali anche per i loro colori e le loro sfumature, quelle delle pietre preziose, o dei marmi e delle rocce in genere, o le venature del legno. Ci sono materiali che da sempre vengono presi a riferimento per il loro colore e altri materiali con i quali è possibile giocare sfumando il loro colore originario e dando vita a immagini originali dello stesso, si pensi all’oro e a tutte le sue varianti (oro bianco, oro giallo, oro rosso, oro verde). Ci sono materiali che possono essere riconosciuti per il loro colore caratteristico, il rame per il suo rosso e il grigio di un alluminio o di un titanio. Esistono materiali che non hanno colore, e non ci si riferisce alla trasparenza del vetro, che anch’essa è un colore, ma alla totale progettabilità cromatica che dalla loro scoperta hanno offerto i materiali polimerici al design. Alcuni materiali infine sono più o meno pregiati a seconda del loro colore e sono sempre stati utilizzati dall’uomo per la produzione di artefatti, proprio mettendo in evidenza questa loro valenza estetica. L’uomo infatti vede a colori, cosa che lo accomuna più ad alcuni insetti, rettili, uccelli e pesci, che non ai mammiferi i quali non godono di questo privilegio. Ogni materiale appare come colorato e questa colorazione è dovuta all’interazione della luce con gli elettroni e gli atomi costituenti la materia stessa. Il colore può essere quindi definito come proprietà intrinseca del materiale proprio per il suo essere manifestazione esteriore delle leggi che regolano i fenomeni della materia. L’effetto cromatico quindi è dato dalla distribuzione spettrale della luce non assorbita e poi riflessa diffusamente dalla superficie colpita dalla luce. Questa proprietà può essere misurata sia quantitativamente, utilizzando lo strumento chiamato spettrofotometro, sia qualitativamente, riferendosi ai sistemi notazionali del colore quali il Munsell, il Pantone, il RAL e via dicendo. Esiste inoltre una ricca designazione verbale, semplificata però considerando le 11 categorie fondamentali condivise da tutti i vari linguaggi6: il bianco, il nero, il rosso, il verde, il giallo, il blu, il marrone, il rosa, il porpora, l’arancio e il grigio.

Il colore: una qualità espressivo-sensoriale dei materiali per il design

ROGNOLI, VALENTINA;SALVIA, GIUSEPPE;LEVI, MARINELLA
2009-01-01

Abstract

Il colore dei materiali è un tema ampio e di difficile inquadramento se si prova a pensare a tutto quanto può essere incluso in una simile trattazione. L’uomo ha da sempre apprezzato i materiali anche per i loro colori e le loro sfumature, quelle delle pietre preziose, o dei marmi e delle rocce in genere, o le venature del legno. Ci sono materiali che da sempre vengono presi a riferimento per il loro colore e altri materiali con i quali è possibile giocare sfumando il loro colore originario e dando vita a immagini originali dello stesso, si pensi all’oro e a tutte le sue varianti (oro bianco, oro giallo, oro rosso, oro verde). Ci sono materiali che possono essere riconosciuti per il loro colore caratteristico, il rame per il suo rosso e il grigio di un alluminio o di un titanio. Esistono materiali che non hanno colore, e non ci si riferisce alla trasparenza del vetro, che anch’essa è un colore, ma alla totale progettabilità cromatica che dalla loro scoperta hanno offerto i materiali polimerici al design. Alcuni materiali infine sono più o meno pregiati a seconda del loro colore e sono sempre stati utilizzati dall’uomo per la produzione di artefatti, proprio mettendo in evidenza questa loro valenza estetica. L’uomo infatti vede a colori, cosa che lo accomuna più ad alcuni insetti, rettili, uccelli e pesci, che non ai mammiferi i quali non godono di questo privilegio. Ogni materiale appare come colorato e questa colorazione è dovuta all’interazione della luce con gli elettroni e gli atomi costituenti la materia stessa. Il colore può essere quindi definito come proprietà intrinseca del materiale proprio per il suo essere manifestazione esteriore delle leggi che regolano i fenomeni della materia. L’effetto cromatico quindi è dato dalla distribuzione spettrale della luce non assorbita e poi riflessa diffusamente dalla superficie colpita dalla luce. Questa proprietà può essere misurata sia quantitativamente, utilizzando lo strumento chiamato spettrofotometro, sia qualitativamente, riferendosi ai sistemi notazionali del colore quali il Munsell, il Pantone, il RAL e via dicendo. Esiste inoltre una ricca designazione verbale, semplificata però considerando le 11 categorie fondamentali condivise da tutti i vari linguaggi6: il bianco, il nero, il rosso, il verde, il giallo, il blu, il marrone, il rosa, il porpora, l’arancio e il grigio.
2009
colore; materiali; sensorialità; espressività; atlante
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