Lo studio esamina la produzione sperimentale contemporanea che osserva la determinazione di un ambito applicativo teso a rilevare le proprietà fondative, archetipiche (nella struttura e nella composizione materica) e tettoniche (come espressione della realtà concreta e fisica) dei sistemi di involucro e dei relativi strumenti di supporto e di giunzione. L’ambito in esame si propone, in generale, attraverso l’elaborazione di chiusure esterne definite dall’impiego di prodotti propri della “tradizione” costruttiva, comunque inseriti nelle strategie (lavorative, esecutive e compositive) appartenenti alle tecnologie evolute, e dall’ibridazione delle tipologie di facciata consolidate mediante l’uso di profili e di telai di diversa fattura materica, meccanica e connettiva. Ancora, l’ambito in esame si rivolge alla visualizzazione delle tipologie “alternative” per i sistemi di facciata e si inserisce tra gli sviluppi progressivi e lineari del settore costruttivo e dell’approfondimento funzionale: questo, rispetto a una situazione che vede l’uso di prodotti e di materiali “adattabili”, la commercializzazione e la diffusione di elementi semplici, finiti e di dimensioni contenute, all’interno di una logica industriale caratterizzata da una elevata flessibilità e capace di comprendere e di combinare soluzioni diverse. Le tipologie alternative per i sistemi di facciata si dispongono nei confronti della tendenza alla razionalizzazione e alla “reinvenzione” dei componenti e delle canoniche modalità di applicazione e di interfaccia, in modo integrato alla molteplicità e alla varietà delle possibilità espressive. La produzione sperimentale intorno alle facciate alternative assume la concezione dei sistemi realizzati da elementi che evocano la “fabrilità” mediante l’utilizzo di materiali “comuni” e low-tech, attraverso cui si sviluppano forme di involucro celebranti la consistenza sostanziale e la “costruzione naturale”: e si rileva, tramite tali tipologie, l’essenza intrinseca dei materiali, priva di significati aggiunti, facendo “risuonare” e “risplendere” la totalità omogenea del limite esterno della facies e creando i presupposti per radicare le architetture ai luoghi e alle emergenze contestuali. La ricerca sulle tipologie alternative include l’ibridazione dei materiali tradizionali per legittimare il mantenimento della presenza “solida”, “massiva”, all’interno della crescente “virtualità” e configurazione effimera, dinamica e “metamorfica” dell’involucro. Lo sviluppo, morfologico e funzionale, che si delinea appare diretto ad affermare il carattere stabile di una composizione unitaria e completa, verso l’equilibrio espressivo delle parti di chiusura, come risposta alla spezzata continuità dei linguaggi e delle tecniche tradizionali, alla sovrapposizione e all’integrazione di tipi e di molteplici “frammenti” nella costituzione esterna dell’architettura.
Ibridazione dell'involucro e component design
MASSIMILIANO NASTRI
2023-01-01
Abstract
Lo studio esamina la produzione sperimentale contemporanea che osserva la determinazione di un ambito applicativo teso a rilevare le proprietà fondative, archetipiche (nella struttura e nella composizione materica) e tettoniche (come espressione della realtà concreta e fisica) dei sistemi di involucro e dei relativi strumenti di supporto e di giunzione. L’ambito in esame si propone, in generale, attraverso l’elaborazione di chiusure esterne definite dall’impiego di prodotti propri della “tradizione” costruttiva, comunque inseriti nelle strategie (lavorative, esecutive e compositive) appartenenti alle tecnologie evolute, e dall’ibridazione delle tipologie di facciata consolidate mediante l’uso di profili e di telai di diversa fattura materica, meccanica e connettiva. Ancora, l’ambito in esame si rivolge alla visualizzazione delle tipologie “alternative” per i sistemi di facciata e si inserisce tra gli sviluppi progressivi e lineari del settore costruttivo e dell’approfondimento funzionale: questo, rispetto a una situazione che vede l’uso di prodotti e di materiali “adattabili”, la commercializzazione e la diffusione di elementi semplici, finiti e di dimensioni contenute, all’interno di una logica industriale caratterizzata da una elevata flessibilità e capace di comprendere e di combinare soluzioni diverse. Le tipologie alternative per i sistemi di facciata si dispongono nei confronti della tendenza alla razionalizzazione e alla “reinvenzione” dei componenti e delle canoniche modalità di applicazione e di interfaccia, in modo integrato alla molteplicità e alla varietà delle possibilità espressive. La produzione sperimentale intorno alle facciate alternative assume la concezione dei sistemi realizzati da elementi che evocano la “fabrilità” mediante l’utilizzo di materiali “comuni” e low-tech, attraverso cui si sviluppano forme di involucro celebranti la consistenza sostanziale e la “costruzione naturale”: e si rileva, tramite tali tipologie, l’essenza intrinseca dei materiali, priva di significati aggiunti, facendo “risuonare” e “risplendere” la totalità omogenea del limite esterno della facies e creando i presupposti per radicare le architetture ai luoghi e alle emergenze contestuali. La ricerca sulle tipologie alternative include l’ibridazione dei materiali tradizionali per legittimare il mantenimento della presenza “solida”, “massiva”, all’interno della crescente “virtualità” e configurazione effimera, dinamica e “metamorfica” dell’involucro. Lo sviluppo, morfologico e funzionale, che si delinea appare diretto ad affermare il carattere stabile di una composizione unitaria e completa, verso l’equilibrio espressivo delle parti di chiusura, come risposta alla spezzata continuità dei linguaggi e delle tecniche tradizionali, alla sovrapposizione e all’integrazione di tipi e di molteplici “frammenti” nella costituzione esterna dell’architettura.File | Dimensione | Formato | |
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