Il contributo proposto muove dall’esperienza di una ricerca di Dottorato in corso d’opera e di una tesi di Laurea Magistrale discussa nel 2021, con un comune oggetto di studio: lo sviluppo di strategie progettuali per l’area interna della Valle Roveto (Abruzzo), considerando un’inversione di sguardo nella ricerca progettuale. L’architettura diviene catalizzatore per la coesione territoriale e il possibile ripopolamento di contesti marginali e fragili se il progettista-ricercatore sa interpolare la scala da “studioso” esterno al sistema di riferimento alla scala di abitante del luogo. Attraverso una metodologia sensibile alla multidisciplinarietà dei temi (es. digitalizzazione, transizione verde, infrastrutture, ecc.) e soprattutto alla multiscalarità specifica dei contesti e alle dinamiche comunitarie, si propone un’indagine sui possibili processi rigenerativi derivanti dalla sintesi di tre approcci progettuali rilevanti e dalle transizioni fisiche e tematiche che essi implicano: 1. Analitico-sintetico: in cui la transizione è intesa come una lettura in cambiamenti di scala; 2. Partecipativo: in cui la transizione è fisica, dal momento di studio al lavoro sul campo; 3. Antropologico-etnografico: transizione come sintesi dei primi due approcci. Se è vero che il divario tra territori urbanizzati e territori marginali continua a persistere, è altrettanto evidente che questi ultimi non siano più considerati solo come un problema ma anche come un'opportunità per il futuro: ciò rappresenta una «inversione dello sguardo critico», anch’essa in qualche modo “transitoria”, che mira ad eliminare barriere culturali e sociali per generare una visione empatica delle trasformazioni ambientali, permettendo di immaginare processi di coabitazione sensibili ai temi della co-evoluzione e della co-esistenza tra natura e uomo. La transizione di questi temi all’interno di un’esperienza didattica correlata alla ricerca qui presentata, da un lato costituisce una verifica dei risvolti progettuali che questi approcci metodologici implicano, dall’altro offre una possibilità di lavoro sul campo en plein air, sempre più necessario dopo le costrizioni del periodo pandemico.

TransITA. L’inversione dello sguardo critico nella ricerca progettuale sulle aree interne italiane.

Sartorio Stefano;Airoldi Francesco
2022-01-01

Abstract

Il contributo proposto muove dall’esperienza di una ricerca di Dottorato in corso d’opera e di una tesi di Laurea Magistrale discussa nel 2021, con un comune oggetto di studio: lo sviluppo di strategie progettuali per l’area interna della Valle Roveto (Abruzzo), considerando un’inversione di sguardo nella ricerca progettuale. L’architettura diviene catalizzatore per la coesione territoriale e il possibile ripopolamento di contesti marginali e fragili se il progettista-ricercatore sa interpolare la scala da “studioso” esterno al sistema di riferimento alla scala di abitante del luogo. Attraverso una metodologia sensibile alla multidisciplinarietà dei temi (es. digitalizzazione, transizione verde, infrastrutture, ecc.) e soprattutto alla multiscalarità specifica dei contesti e alle dinamiche comunitarie, si propone un’indagine sui possibili processi rigenerativi derivanti dalla sintesi di tre approcci progettuali rilevanti e dalle transizioni fisiche e tematiche che essi implicano: 1. Analitico-sintetico: in cui la transizione è intesa come una lettura in cambiamenti di scala; 2. Partecipativo: in cui la transizione è fisica, dal momento di studio al lavoro sul campo; 3. Antropologico-etnografico: transizione come sintesi dei primi due approcci. Se è vero che il divario tra territori urbanizzati e territori marginali continua a persistere, è altrettanto evidente che questi ultimi non siano più considerati solo come un problema ma anche come un'opportunità per il futuro: ciò rappresenta una «inversione dello sguardo critico», anch’essa in qualche modo “transitoria”, che mira ad eliminare barriere culturali e sociali per generare una visione empatica delle trasformazioni ambientali, permettendo di immaginare processi di coabitazione sensibili ai temi della co-evoluzione e della co-esistenza tra natura e uomo. La transizione di questi temi all’interno di un’esperienza didattica correlata alla ricerca qui presentata, da un lato costituisce una verifica dei risvolti progettuali che questi approcci metodologici implicano, dall’altro offre una possibilità di lavoro sul campo en plein air, sempre più necessario dopo le costrizioni del periodo pandemico.
2022
TRANSIZIONI. L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura
9791280379023
aree interne, fragilità territoriali, didattica, etnografia
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