Introduzione. Con il Decreto Legge “Sblocca Italia” è stato introdotto un concetto teso a uniformare le normative e i criteri di riferimento per quanto riguarda il settore edile. La successiva Intesa, tra il Governo e le Regioni del 2016 ha definito il Regolamento Edilizio Tipo (RET), un importante strumento soprattutto in termini di definizioni e modelli con l’obiettivo di semplificare e omogenizzare l’attività edilizia in tutti i Comuni. Metodo. In molte Regioni è stato recepito lo schema del RET dando la possibilità ai singoli Comuni di adeguarlo in base alle specificità locali e territoriali. Per quanto riguarda gli aspetti legati alle caratteristiche costruttive e funzionali, con particolare riferimento alle indicazioni e norme igienico sanitarie, di fatto sono state superate molte definizioni e prassi locali ed è stato intrapreso un lungo percorso per il governo del territorio al fine di gestire al meglio il patrimonio esistente con l’individuazione dei caratteri prestazionali degli edifici e promuovere una qualità urbana con le nuove realizzazioni. Risultati. Le Regioni, recependo lo schema, hanno integrato il regolamento nazionale in alcune parti inserendo criteri previsti dalle norme regionali (ad es. per gli ambiti produttivi, recupero sottotetti, ecc.), e anche i singoli Comuni hanno avuto la possibilità di implementare il testo inserendo temi e criteri maggiormente pertinenti rispetto alle caratteristiche locali. Uno degli aspetti di maggiore interesse, che ha coinvolto molti nuovi regolamenti, è stato porre una maggiore attenzione diversi"cando l’approccio nei casi di interventi di recupero sull’esistente rispetto al nuovo. Il criterio di riferimento prevede che sono sempre ammessi interventi di miglioramento igienico sanitario, anche quando gli stessi non rispettano pienamente le norme di riferimento; vanno tuttavia salvaguardate condizioni igienico-sanitarie di vivibilità, fruibilità e sicurezza. Formulare le caratteristiche di questi enunciati è spesso delegato a linee guida o ad alcuni parametri di riferimento non derogabili. Tuttavia è necessario oltre alle indicazioni del RET, adeguare anche alcune norme di riferimento nazionali come ad esempio il DM 05.07.1975 relativamente alle caratteristiche del sistema insediativo residenziale. In tal senso il lavoro in corso presso il Ministero della Salute con la definizione dei requisiti prestazionali degli edfici, in aggiornamento del DPR 380/01, con una prima specifica sulla funzione residenziale, tende appunto a delineare criteri e strumenti di livello generale per de"nire una valutazione complessiva con un approccio prestazionale rispetto a riferimenti e parametri standard. Conclusioni. Sicuramente il lavoro di aggiornamento andrebbe esteso e aggiornato ad altri sistemi insediativi.

Stato di attuazione e recepimento dl Regolamento Edilizio tipo (RET): considerazioni e riflessioni sull’applicazione

M. Gola
2022-01-01

Abstract

Introduzione. Con il Decreto Legge “Sblocca Italia” è stato introdotto un concetto teso a uniformare le normative e i criteri di riferimento per quanto riguarda il settore edile. La successiva Intesa, tra il Governo e le Regioni del 2016 ha definito il Regolamento Edilizio Tipo (RET), un importante strumento soprattutto in termini di definizioni e modelli con l’obiettivo di semplificare e omogenizzare l’attività edilizia in tutti i Comuni. Metodo. In molte Regioni è stato recepito lo schema del RET dando la possibilità ai singoli Comuni di adeguarlo in base alle specificità locali e territoriali. Per quanto riguarda gli aspetti legati alle caratteristiche costruttive e funzionali, con particolare riferimento alle indicazioni e norme igienico sanitarie, di fatto sono state superate molte definizioni e prassi locali ed è stato intrapreso un lungo percorso per il governo del territorio al fine di gestire al meglio il patrimonio esistente con l’individuazione dei caratteri prestazionali degli edifici e promuovere una qualità urbana con le nuove realizzazioni. Risultati. Le Regioni, recependo lo schema, hanno integrato il regolamento nazionale in alcune parti inserendo criteri previsti dalle norme regionali (ad es. per gli ambiti produttivi, recupero sottotetti, ecc.), e anche i singoli Comuni hanno avuto la possibilità di implementare il testo inserendo temi e criteri maggiormente pertinenti rispetto alle caratteristiche locali. Uno degli aspetti di maggiore interesse, che ha coinvolto molti nuovi regolamenti, è stato porre una maggiore attenzione diversi"cando l’approccio nei casi di interventi di recupero sull’esistente rispetto al nuovo. Il criterio di riferimento prevede che sono sempre ammessi interventi di miglioramento igienico sanitario, anche quando gli stessi non rispettano pienamente le norme di riferimento; vanno tuttavia salvaguardate condizioni igienico-sanitarie di vivibilità, fruibilità e sicurezza. Formulare le caratteristiche di questi enunciati è spesso delegato a linee guida o ad alcuni parametri di riferimento non derogabili. Tuttavia è necessario oltre alle indicazioni del RET, adeguare anche alcune norme di riferimento nazionali come ad esempio il DM 05.07.1975 relativamente alle caratteristiche del sistema insediativo residenziale. In tal senso il lavoro in corso presso il Ministero della Salute con la definizione dei requisiti prestazionali degli edfici, in aggiornamento del DPR 380/01, con una prima specifica sulla funzione residenziale, tende appunto a delineare criteri e strumenti di livello generale per de"nire una valutazione complessiva con un approccio prestazionale rispetto a riferimenti e parametri standard. Conclusioni. Sicuramente il lavoro di aggiornamento andrebbe esteso e aggiornato ad altri sistemi insediativi.
2022
Regolamento Edilizio Unico, RET, ambiente costruito, salute
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