Introduzione: La sinergia tra i servizi territoriali e le strutture ospedaliere gioca un ruolo cruciale per le attività di promozione e prevenzione della salute. A partire dalla recente pandemia e la Missione 6 del PNRR, le strutture sanitarie sul territorio risultano particolarmente strategiche per la gestione di situazioni di emergenza, evitando così di congestionare gli ospedali. In questa logica l’introduzione delle Case di Comunità a livello nazionale ha l’obiettivo di rafforzare la rete della Salute. Lo scopo della ricerca è identificare casi studio che supportino l'efficacia della progettazione e gestione di queste architetture (Case della Salute e/o architetture similari) anche durante le pandemie. Materiali e Metodi. La metodologia si basa sull'analisi di diversi casi studio europei (Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, ecc.), attraverso una matrice comparativa con criteri quali-quantitativi relativi a: a) localizzazione delle strutture, relazione con la rete territoriale e i rispettivi bacini di utenza; b) tipologia edilizia, caratteristiche dimensionali e di flessibilità, layout distributivi e analisi flussi; d) personale sanitario coinvolto, numero di addetti e volumi di attività; e) funzioni sanitarie e non, prima e durante la pandemia, e le strategie adottate. Risultati. L'analisi ha dato origine a diverse correlazioni tra cui la localizzazione e la relazione con la rete territoriale, le dimensioni e il personale coinvolto, le funzioni sanitarie e non -prima e durante la pandemia- e la resilienza delle strutture. L’indagine, oltre a offrire uno scenario di riferimento, ha permesso di individuare diverse best practice utili ai fini della programmazione e realizzazione delle nuove Case di Comunità quali: a) relazione con il contesto e i servizi che dovrebbero essere presenti nell’intorno; b) servizi sociali e attività sanitarie per la Comunità; c) organizzazione degli accessi e dei flussi; d) progetto funzionale delle aree sanitarie, degli spazi di attesa e quelli per il personale; e) soft qualities e usercentered design; f) strategie di resilienza e flessibilità. Conclusioni. Le indicazioni dimensionali e organizzativo-gestionali delle Case di Comunità sono in fase di studio a livello nazionale, e tali best practice possono risultare utili non solo a chi progetterà queste strutture, ma anche ai decision makers e agli operatori di Sanità Pubblica che si occuperanno della loro programmazione, organizzazione e gestione.
CASE DI COMUNITÀ E CASE DELLA SALUTE: ANALISI DI CASI STUDIO NAZIONALI E INTERNAZIONALI PER LA DEFINIZIONE DI STRATEGIE DI SUPPORTO ALLA PROGRAMMAZIONE E PROGETTAZIONE DEI NUOVI INTERVENTI PREVISTI DAL PNRR.
Maddalena Buffoli;Marco Gola;Erica Isa Mosca;Andrea Brambilla;Erica Brusamolin;Stefano Arruzzoli;Stefano Capolongo
2022-01-01
Abstract
Introduzione: La sinergia tra i servizi territoriali e le strutture ospedaliere gioca un ruolo cruciale per le attività di promozione e prevenzione della salute. A partire dalla recente pandemia e la Missione 6 del PNRR, le strutture sanitarie sul territorio risultano particolarmente strategiche per la gestione di situazioni di emergenza, evitando così di congestionare gli ospedali. In questa logica l’introduzione delle Case di Comunità a livello nazionale ha l’obiettivo di rafforzare la rete della Salute. Lo scopo della ricerca è identificare casi studio che supportino l'efficacia della progettazione e gestione di queste architetture (Case della Salute e/o architetture similari) anche durante le pandemie. Materiali e Metodi. La metodologia si basa sull'analisi di diversi casi studio europei (Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, ecc.), attraverso una matrice comparativa con criteri quali-quantitativi relativi a: a) localizzazione delle strutture, relazione con la rete territoriale e i rispettivi bacini di utenza; b) tipologia edilizia, caratteristiche dimensionali e di flessibilità, layout distributivi e analisi flussi; d) personale sanitario coinvolto, numero di addetti e volumi di attività; e) funzioni sanitarie e non, prima e durante la pandemia, e le strategie adottate. Risultati. L'analisi ha dato origine a diverse correlazioni tra cui la localizzazione e la relazione con la rete territoriale, le dimensioni e il personale coinvolto, le funzioni sanitarie e non -prima e durante la pandemia- e la resilienza delle strutture. L’indagine, oltre a offrire uno scenario di riferimento, ha permesso di individuare diverse best practice utili ai fini della programmazione e realizzazione delle nuove Case di Comunità quali: a) relazione con il contesto e i servizi che dovrebbero essere presenti nell’intorno; b) servizi sociali e attività sanitarie per la Comunità; c) organizzazione degli accessi e dei flussi; d) progetto funzionale delle aree sanitarie, degli spazi di attesa e quelli per il personale; e) soft qualities e usercentered design; f) strategie di resilienza e flessibilità. Conclusioni. Le indicazioni dimensionali e organizzativo-gestionali delle Case di Comunità sono in fase di studio a livello nazionale, e tali best practice possono risultare utili non solo a chi progetterà queste strutture, ma anche ai decision makers e agli operatori di Sanità Pubblica che si occuperanno della loro programmazione, organizzazione e gestione.File | Dimensione | Formato | |
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