Con il numero 37 la rivista “Abitare la Terra”, a quattordici anni dalla sua nascita, cambia il suo formato, ma non il suo obiettivo: la tutela dell’ambiente e la promozione di una architettura, che abbandonata la tendenza all’esaltazione individualistica delle grandi personalità creative, che ha condizionato la produzione architettonica degli ultimi decenni, torni ad essere una disciplina rigorosa, che ha per obiettivo il miglioramento della vita di tutti gli esseri viventi e per questo non rinuncia a utilizzare i frutti di una esperienza secolare che coinvolge le diverse civiltà umane. Il termine Geo-architettura, che si legge nella testata, è stato coniato da Le Corbusier, nel 1942 per la sua riflessione su Les trois établissements humains e allude a una architettura che abbracci tutto ciò che l’uomo ha costruito sulla superficie terrestre. Per noi oggi Geo-architettura vuol dire una architettura umile, che, sia arte senza per questo ammantarsi della superbia del nuovo fine a sé stesso, che si faccia carico della necessità di proteggere l’ambiente, di ridurre i processi di inquinamento, di combattere la disuguaglianza tra i popoli, di ridurre i processi che attraverso i cambiamenti climatici rischiano di distruggere gli equilibri del pianeta e il suo paesaggio. Per fondare la Geoarchitettura è necessario a nostro parere: imparare dalla natura e dalla storia, rispettare l’identità dei luoghi, recuperare la “coralità” degli spazi urbani, abbattere gli sprechi di risorse non rinnovabili e di tempo umano, contrapporre a uno sviluppo senza limiti, che presuppone una impossibile “crescita infinita”, una crescita spirituale di cui si avvertono i primi sintomi anche nella architettura.

The rural-urban area of UNESCO sites of Mantova and Sabbioneta. Project for the enhancement of a cultural landscape

F. Bucci;L. Cardani;L. Spinelli
2020-01-01

Abstract

Con il numero 37 la rivista “Abitare la Terra”, a quattordici anni dalla sua nascita, cambia il suo formato, ma non il suo obiettivo: la tutela dell’ambiente e la promozione di una architettura, che abbandonata la tendenza all’esaltazione individualistica delle grandi personalità creative, che ha condizionato la produzione architettonica degli ultimi decenni, torni ad essere una disciplina rigorosa, che ha per obiettivo il miglioramento della vita di tutti gli esseri viventi e per questo non rinuncia a utilizzare i frutti di una esperienza secolare che coinvolge le diverse civiltà umane. Il termine Geo-architettura, che si legge nella testata, è stato coniato da Le Corbusier, nel 1942 per la sua riflessione su Les trois établissements humains e allude a una architettura che abbracci tutto ciò che l’uomo ha costruito sulla superficie terrestre. Per noi oggi Geo-architettura vuol dire una architettura umile, che, sia arte senza per questo ammantarsi della superbia del nuovo fine a sé stesso, che si faccia carico della necessità di proteggere l’ambiente, di ridurre i processi di inquinamento, di combattere la disuguaglianza tra i popoli, di ridurre i processi che attraverso i cambiamenti climatici rischiano di distruggere gli equilibri del pianeta e il suo paesaggio. Per fondare la Geoarchitettura è necessario a nostro parere: imparare dalla natura e dalla storia, rispettare l’identità dei luoghi, recuperare la “coralità” degli spazi urbani, abbattere gli sprechi di risorse non rinnovabili e di tempo umano, contrapporre a uno sviluppo senza limiti, che presuppone una impossibile “crescita infinita”, una crescita spirituale di cui si avvertono i primi sintomi anche nella architettura.
2020
ARCHITECTURE - LANDSCAPE - HERITAGE - HISTORY
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