Organizzando il convegno “Forma e norma. Quale Opposition oggi?", la rivista Ananke ha promosso una riflessione sullo stato della "cultura del progetto dopo il post-moderno". Il convegno ha avuto l'obiettivo di indagare il contesto nel quale si sviluppa il pensiero progettuale, ora dominato dal "capitalismo estetico" e dai suoi principali propulsori: il potere finanziario, il liberalismo di mercato e le strategie di costruzione del consenso. Al suo successo ha contribuito in modo determinante la rivoluzione digitale che, svalutando tanto la cultura materiale quanto quella umanistica, ha frammentato le competenze, comprese naturalmente quelle progettuali, in microsettori iperspecializzati. Nel frattempo sono venuti meno i tradizionali luoghi di mediazione e confronto democratico e se ne sono imposti di nuovi, per lo più rappresentati virtualmente dalle reti sociali. La call, promossa dal numero 81 della rivista, ha inteso pertanto sondare la comunità scientifica e quella professionale intorno al presente e al futuro del progetto d'architettura stante queste mutate condizioni. Richiesto come risposta alla call, il contributo dell'autore interpreta le relazioni tra forma e norma, nel contesto del pensiero progettuale, indicando nelle relazioni tra ricerca geometrica e teoria dell'informazione, la chiave per riannodare alcune delle fibre del discorso sull'architettura, sulla città e sul territorio, che sono rimaste in tensione durante la lunga parabola della modernità.
La misura del progetto
A. Gritti
2018-01-01
Abstract
Organizzando il convegno “Forma e norma. Quale Opposition oggi?", la rivista Ananke ha promosso una riflessione sullo stato della "cultura del progetto dopo il post-moderno". Il convegno ha avuto l'obiettivo di indagare il contesto nel quale si sviluppa il pensiero progettuale, ora dominato dal "capitalismo estetico" e dai suoi principali propulsori: il potere finanziario, il liberalismo di mercato e le strategie di costruzione del consenso. Al suo successo ha contribuito in modo determinante la rivoluzione digitale che, svalutando tanto la cultura materiale quanto quella umanistica, ha frammentato le competenze, comprese naturalmente quelle progettuali, in microsettori iperspecializzati. Nel frattempo sono venuti meno i tradizionali luoghi di mediazione e confronto democratico e se ne sono imposti di nuovi, per lo più rappresentati virtualmente dalle reti sociali. La call, promossa dal numero 81 della rivista, ha inteso pertanto sondare la comunità scientifica e quella professionale intorno al presente e al futuro del progetto d'architettura stante queste mutate condizioni. Richiesto come risposta alla call, il contributo dell'autore interpreta le relazioni tra forma e norma, nel contesto del pensiero progettuale, indicando nelle relazioni tra ricerca geometrica e teoria dell'informazione, la chiave per riannodare alcune delle fibre del discorso sull'architettura, sulla città e sul territorio, che sono rimaste in tensione durante la lunga parabola della modernità.File | Dimensione | Formato | |
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