Scrivere di architettura è tanto pericoloso quanto necessario. Il piacere, il potere, l’autonomia del testo esercitano una funzione seduttiva irrinunciabile, per lo scrivente e per il lettore. Nello stesso tempo, la scrittura è immateriale, aleatoria, e, nel confronto con l’autorevolezza tecnica del progetto e con la realtà fisica del costruito, può dissolversi in un soffio impalpabile. I libri e le riviste di architettura hanno usato, e abusato in ogni modo, della scrittura; l’hanno svilita, nelle ricorrenti semplificazioni gergali, e l’hanno esaltata, eleggendola a veicolo indispensabile, e, spesso, principale, dell’espressione del pensiero architettonico.
Il piacere del testo
Rocca, Alessandro
2018-01-01
Abstract
Scrivere di architettura è tanto pericoloso quanto necessario. Il piacere, il potere, l’autonomia del testo esercitano una funzione seduttiva irrinunciabile, per lo scrivente e per il lettore. Nello stesso tempo, la scrittura è immateriale, aleatoria, e, nel confronto con l’autorevolezza tecnica del progetto e con la realtà fisica del costruito, può dissolversi in un soffio impalpabile. I libri e le riviste di architettura hanno usato, e abusato in ogni modo, della scrittura; l’hanno svilita, nelle ricorrenti semplificazioni gergali, e l’hanno esaltata, eleggendola a veicolo indispensabile, e, spesso, principale, dell’espressione del pensiero architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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