Madrid è una grande capitale europea. Pensare di coglierne la complessità con pochi, brevi, articoli sarebbe un tentativo inutile: ci interessava in realtà seguire una nostra traccia, una passione personale che possa facilmente diventare, dato il carattere ampio dei temi, una piccola lezione di architettura urbana. A Madrid è infatti possibile individuare, attraverso la scelta di alcune opere esemplari, un fil rouge che tiene insieme diverse anime, da quella rappresentativa dei luoghi del potere, fino a quella domestica dell’abitare in città, attraverso una riflessione sugli aspetti costruttivi. La città capitale, come è noto, nasce come volontà del potere politico: è una capitale voluta e costruita a tavolino, alla metà del cinquecento, dai re di Spagna che la scelsero per la sua centralità. Tutta la sua storia è segnata dunque da questo rapporto con le istituzioni, e percorrere il Paseo della Castellana, che si snocciola attraverso stazioni, musei, banche e palazzi istituzionali è sembrato il primo gesto da compiere. Su questo boulevard e negli immediati dintorni, hanno costruito molti architetti della prima generazione del moderno spagnolo: Fisac, Sáenz de Oíza, Alejandro de la Sota e, addirittura, un catalano, Coderch. Questa coincidenza spazio-temporale è utile a presentare un momento speciale della storia urbana di Madrid, gli anni della presa di coscienza della sua tardiva modernità, un periodo forse meno noto dell’architettura spagnola, rispetto ai successi della loro recente fortuna critica.

MADRID RECONSIDERED - Torroja, Fisac, de la Sota e la Concezione strutturale dello spazio

PIERINI, ORSINA SIMONA
2016-01-01

Abstract

Madrid è una grande capitale europea. Pensare di coglierne la complessità con pochi, brevi, articoli sarebbe un tentativo inutile: ci interessava in realtà seguire una nostra traccia, una passione personale che possa facilmente diventare, dato il carattere ampio dei temi, una piccola lezione di architettura urbana. A Madrid è infatti possibile individuare, attraverso la scelta di alcune opere esemplari, un fil rouge che tiene insieme diverse anime, da quella rappresentativa dei luoghi del potere, fino a quella domestica dell’abitare in città, attraverso una riflessione sugli aspetti costruttivi. La città capitale, come è noto, nasce come volontà del potere politico: è una capitale voluta e costruita a tavolino, alla metà del cinquecento, dai re di Spagna che la scelsero per la sua centralità. Tutta la sua storia è segnata dunque da questo rapporto con le istituzioni, e percorrere il Paseo della Castellana, che si snocciola attraverso stazioni, musei, banche e palazzi istituzionali è sembrato il primo gesto da compiere. Su questo boulevard e negli immediati dintorni, hanno costruito molti architetti della prima generazione del moderno spagnolo: Fisac, Sáenz de Oíza, Alejandro de la Sota e, addirittura, un catalano, Coderch. Questa coincidenza spazio-temporale è utile a presentare un momento speciale della storia urbana di Madrid, gli anni della presa di coscienza della sua tardiva modernità, un periodo forse meno noto dell’architettura spagnola, rispetto ai successi della loro recente fortuna critica.
2016
concezione strutturale, madrid, moderno, potere, museo, abitare
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