Dalla lettura dei documenti storico-archivistici e, spesso, da un’attenta osservazione visiva, si evince che molti edifici storici in muratura sono stati oggetto di numerose modifiche, ampliamenti, riparazioni più o meno efficaci o, al contrario, soggetti a lunghi periodi di totale mancanza di manutenzione, che possono aver determinato danni seri o anche crolli parziali. Ognuno di questi eventi lascia tracce indelebili nelle strutture murarie, che spesso alterano il comportamento strutturale locale o persino globale dell’edificio, fornendo prestazioni ben lontane da quelle progettate e realizzate al momento della sua costruzione. Gli edifici storici si rivelano talvolta intrinsecamente più deboli e tali debolezze, che rappresentano le sue cicatrici storiche, devono essere riconosciute, opportunamente analizzate e curate. Il rilievo dei danni alle strutture e del loro quadro fessurativo è quindi un tema essenziale in un progetto di conservazione, per distinguere le criticità emerse in tempi recenti, per cause attuali, da quelle originate da problemi antichi e mai risolti completamente. S’intende ricordare infatti che il valore di un bene architettonico non è soltanto legato alla sua apparenza, ma anche a tutta la sua integrità materico-strutturale, come un unico prodotto di una tecnologia costruttiva di un particolare periodo storico e luogo. Preservare la materia, vuole dire quindi anche comprendere la logica del suo sistema strutturale, ripararlo usando tecniche compatibili e permettere che continui a funzionare, senza modifiche o sostituzioni sostanziali o aggiunte che releghino l’originale materia strutturale a sola quinta storica. Nella seconda metà del XX secolo diversi edifici storici in muratura furono oggetto di interventi di consolidamento strutturale mediante l'introduzione di materiali e tecniche moderne. L'uso affrettato di tali tecniche, talvolta prive di analisi razionali che ne validassero l'efficacia e la compatibilità, si è rivelato nel tempo dannoso sia per la tutela materica, che per la stessa firmitas strutturale che doveva essere il principale motivo del consolidamento stesso. La conservazione della materia significa pertanto preservarne il ruolo all'interno dell'edificio, rimuovendo, riducendo o controllando le cause che l’hanno danneggiata. In tal senso un approccio adeguato allo studio strutturale di ogni edificio storico deve partire dalla conoscenza e comprensione della sua logica strutturale con tutte le sue peculiarità specifiche e debolezze intrinseche, unitamente ad un rilievo a livello globale dei danni e di tutte le lesioni presenti sulle strutture murarie (dalle più aperte a quelle più sottili e apparentemente insignificanti). Il rilievo del danno, seguito da una corretta interpretazione delle cause che lo possono aver determinato, aiuta a selezionare le lesioni che si rivelano essere gli indicatori di una sofferenza locale in evoluzione o addirittura di un possibile prossimo meccanismo di collasso. Le cause di tali sofferenze potrebbero in effetti essere dovute ad un evento traumatico temporaneo, e quindi terminato, oppure essere ancora attive. Per comprendere se il panorama fessurativo è in evoluzione e con quale velocità, risulta essenziale eseguire il monitoraggio statico nel tempo di alcune lesioni opportunamente selezionate. Il monitoraggio statico delle lesioni deve rientrare in una campagna di indagini di diagnostica strutturale, che fornisca informazioni dirette, non distruttive o poco distruttive, sulla natura e la varietà dei materiali e, principalmente, sulla tecnica costruttiva delle murature, sul loro affaticamento strutturale e sul loro stato di conservazione in generale. Il monitoraggio statico delle lesioni può inoltre essere opportunamente impiegato a valle di un intervento di consolidamento – provvisorio o definitivo, parziale o totale – per verificarne l’efficacia, come nel caso della chiesa parrocchiale di San Bassiano a Pizzighettone (CR). Il monitoraggio in continuo tutt’ora in corso si sta rivelando un insostituibile supporto per la programmazione degli interventi nel tempo, anticipando quelli urgenti da quelli differibili, e per la conseguente pianificazione del necessario e oneroso impegno economico, senza prescindere dalla sicurezza. Si intende qui presentare inoltre un metodo di rilievo nel tempo del movimento delle fessure manuale, in grado di rilevare non soltanto l’apertura ma anche lo scorrimento delle lesioni, adottato efficacemente su una torre civica in muratura del XVI secolo. Il monitoraggio iniziato nel 2007 è servito in un primo momento per intervenire prontamente sulle strutture inferiori seriamente in pericolo, in un secondo momento per intervenire con un sistema provvisorio di confinamento e continua, consentendo la valutazione dell’efficacia degli interventi precedenti e la programmazione non più in emergenza dei futuri e necessari lavori di consolidamento, che avverranno in un terzo momento ancora. Le tecniche più moderne di monitoraggio in continuo, quindi, costituiscono un valido supporto sia per i professionisti incaricati della manutenzione degli edifici storici che per i proprietari o custodi/conservatori di beni architettonici che possono conoscerne al meglio le prestazioni, valutando razionalmente la necessità di intervenire, piuttosto che mantenere sotto controllo costante il bene e pianificando i tempi e le modalità di azione, impiegando al meglio le risorse disponibili. Tuttavia, senza una adeguata conoscenza storica del manufatto, il monitoraggio fornisce solo dati difficilmente interpretabili, prescindendo dal contesto in cui sono generati, e nessun intervento di consolidamento avrà le basi razionali che potranno assicurarne il successo.

Il rilievo e il monitoraggio del panorama fessurativo negli edifici storici in muratura come sistema di pianificazione degli interventi di consolidamento

CARDANI, GIULIANA
2017-01-01

Abstract

Dalla lettura dei documenti storico-archivistici e, spesso, da un’attenta osservazione visiva, si evince che molti edifici storici in muratura sono stati oggetto di numerose modifiche, ampliamenti, riparazioni più o meno efficaci o, al contrario, soggetti a lunghi periodi di totale mancanza di manutenzione, che possono aver determinato danni seri o anche crolli parziali. Ognuno di questi eventi lascia tracce indelebili nelle strutture murarie, che spesso alterano il comportamento strutturale locale o persino globale dell’edificio, fornendo prestazioni ben lontane da quelle progettate e realizzate al momento della sua costruzione. Gli edifici storici si rivelano talvolta intrinsecamente più deboli e tali debolezze, che rappresentano le sue cicatrici storiche, devono essere riconosciute, opportunamente analizzate e curate. Il rilievo dei danni alle strutture e del loro quadro fessurativo è quindi un tema essenziale in un progetto di conservazione, per distinguere le criticità emerse in tempi recenti, per cause attuali, da quelle originate da problemi antichi e mai risolti completamente. S’intende ricordare infatti che il valore di un bene architettonico non è soltanto legato alla sua apparenza, ma anche a tutta la sua integrità materico-strutturale, come un unico prodotto di una tecnologia costruttiva di un particolare periodo storico e luogo. Preservare la materia, vuole dire quindi anche comprendere la logica del suo sistema strutturale, ripararlo usando tecniche compatibili e permettere che continui a funzionare, senza modifiche o sostituzioni sostanziali o aggiunte che releghino l’originale materia strutturale a sola quinta storica. Nella seconda metà del XX secolo diversi edifici storici in muratura furono oggetto di interventi di consolidamento strutturale mediante l'introduzione di materiali e tecniche moderne. L'uso affrettato di tali tecniche, talvolta prive di analisi razionali che ne validassero l'efficacia e la compatibilità, si è rivelato nel tempo dannoso sia per la tutela materica, che per la stessa firmitas strutturale che doveva essere il principale motivo del consolidamento stesso. La conservazione della materia significa pertanto preservarne il ruolo all'interno dell'edificio, rimuovendo, riducendo o controllando le cause che l’hanno danneggiata. In tal senso un approccio adeguato allo studio strutturale di ogni edificio storico deve partire dalla conoscenza e comprensione della sua logica strutturale con tutte le sue peculiarità specifiche e debolezze intrinseche, unitamente ad un rilievo a livello globale dei danni e di tutte le lesioni presenti sulle strutture murarie (dalle più aperte a quelle più sottili e apparentemente insignificanti). Il rilievo del danno, seguito da una corretta interpretazione delle cause che lo possono aver determinato, aiuta a selezionare le lesioni che si rivelano essere gli indicatori di una sofferenza locale in evoluzione o addirittura di un possibile prossimo meccanismo di collasso. Le cause di tali sofferenze potrebbero in effetti essere dovute ad un evento traumatico temporaneo, e quindi terminato, oppure essere ancora attive. Per comprendere se il panorama fessurativo è in evoluzione e con quale velocità, risulta essenziale eseguire il monitoraggio statico nel tempo di alcune lesioni opportunamente selezionate. Il monitoraggio statico delle lesioni deve rientrare in una campagna di indagini di diagnostica strutturale, che fornisca informazioni dirette, non distruttive o poco distruttive, sulla natura e la varietà dei materiali e, principalmente, sulla tecnica costruttiva delle murature, sul loro affaticamento strutturale e sul loro stato di conservazione in generale. Il monitoraggio statico delle lesioni può inoltre essere opportunamente impiegato a valle di un intervento di consolidamento – provvisorio o definitivo, parziale o totale – per verificarne l’efficacia, come nel caso della chiesa parrocchiale di San Bassiano a Pizzighettone (CR). Il monitoraggio in continuo tutt’ora in corso si sta rivelando un insostituibile supporto per la programmazione degli interventi nel tempo, anticipando quelli urgenti da quelli differibili, e per la conseguente pianificazione del necessario e oneroso impegno economico, senza prescindere dalla sicurezza. Si intende qui presentare inoltre un metodo di rilievo nel tempo del movimento delle fessure manuale, in grado di rilevare non soltanto l’apertura ma anche lo scorrimento delle lesioni, adottato efficacemente su una torre civica in muratura del XVI secolo. Il monitoraggio iniziato nel 2007 è servito in un primo momento per intervenire prontamente sulle strutture inferiori seriamente in pericolo, in un secondo momento per intervenire con un sistema provvisorio di confinamento e continua, consentendo la valutazione dell’efficacia degli interventi precedenti e la programmazione non più in emergenza dei futuri e necessari lavori di consolidamento, che avverranno in un terzo momento ancora. Le tecniche più moderne di monitoraggio in continuo, quindi, costituiscono un valido supporto sia per i professionisti incaricati della manutenzione degli edifici storici che per i proprietari o custodi/conservatori di beni architettonici che possono conoscerne al meglio le prestazioni, valutando razionalmente la necessità di intervenire, piuttosto che mantenere sotto controllo costante il bene e pianificando i tempi e le modalità di azione, impiegando al meglio le risorse disponibili. Tuttavia, senza una adeguata conoscenza storica del manufatto, il monitoraggio fornisce solo dati difficilmente interpretabili, prescindendo dal contesto in cui sono generati, e nessun intervento di consolidamento avrà le basi razionali che potranno assicurarne il successo.
2017
RICerca/REStauro, sezione 2A Conoscenza dell’edificio: metodo e contenuti
978-88-7140-764-7
muratura
edifici storici
monitoraggio statico
quadro fessurativo
diagnostica
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Cardani-Sira.pdf

Open Access dal 14/08/2020

Descrizione: versione pubblicata dell'articolo
: Publisher’s version
Dimensione 728.11 kB
Formato Adobe PDF
728.11 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1011148
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact