I testo è dedicato a alcune figure recenti dell’architettura inglese, un'esperienza che rappresenta uno dei punti di vista più interessanti e singolari nell’attuale scenario europeo. Sono presi in esame opere di architetti appartenenti a differenti generazioni: Tony Fretton (1945), Adam Caruso (1962) e Peter St. John (1959), Jonathan Sergison (1964) e Stephen Bates (1964), che sembrano condividere un atteggiamento e un’intenzione comuni. In essi ritroviamo un modo di guardare all’architettura che ne presuppone la continuità nel tempo e che assume come decisivo il rapporto con i maestri e con gli esempi. Un’idea dell’architettura come ricerca che corrisponde a una dimensione contenuta dello studio (vicino alla bottega o al laboratorio), a una scelta di temi legati alla piccola e media scala e l’importanza attribuita alla riflessione teorica sul fare, attraverso l’insegnamento e la scrittura. Infine, e soprattutto, un atteggiamento verso la città e i luoghi con cui il progetto si confronta, che non assume il contesto come un’idea da riformare ma come una costruzione nel tempo da interpretare, da migliorare e da continuare.
Perfect Buildings. Architetture recenti in Inghilterra
LORENZI, ANGELO
2016-01-01
Abstract
I testo è dedicato a alcune figure recenti dell’architettura inglese, un'esperienza che rappresenta uno dei punti di vista più interessanti e singolari nell’attuale scenario europeo. Sono presi in esame opere di architetti appartenenti a differenti generazioni: Tony Fretton (1945), Adam Caruso (1962) e Peter St. John (1959), Jonathan Sergison (1964) e Stephen Bates (1964), che sembrano condividere un atteggiamento e un’intenzione comuni. In essi ritroviamo un modo di guardare all’architettura che ne presuppone la continuità nel tempo e che assume come decisivo il rapporto con i maestri e con gli esempi. Un’idea dell’architettura come ricerca che corrisponde a una dimensione contenuta dello studio (vicino alla bottega o al laboratorio), a una scelta di temi legati alla piccola e media scala e l’importanza attribuita alla riflessione teorica sul fare, attraverso l’insegnamento e la scrittura. Infine, e soprattutto, un atteggiamento verso la città e i luoghi con cui il progetto si confronta, che non assume il contesto come un’idea da riformare ma come una costruzione nel tempo da interpretare, da migliorare e da continuare.File | Dimensione | Formato | |
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