Il CASVA, Centro di Alti studi sulle Arti Visive, accoglieal suo interno una ricchissima collezione di documenti appartenenti alla cultura della progettazione, del design e della moda. L’istituto nato nel 1999 raccoglie oggi dal territorio gli archivi degli architetti e dei designer milanesi. La lettura trasversale di questo patrimonio fa del CASVA un centro di ricerca polivalente dedicato alle arti visive del ‘900. Tra queste arti oltre all’architettura e il design hanno un ruolo importante la grafica e l’illustrazione. La mostra: “Milano città immaginata. 10 progetti dagli archivi CASVA” è quindi una mostra dedicata a Milano e alla cultura del progetto. Progetto non è solo l’architettura costruita ma è soprattutto pensiero. Questa architettura pensata, questi numerosi progetti possibili sono conservati negli archivi al CASVA. Gli archivi formano, accanto ai musei, una delle più importanti modalità che la nostra civiltà ha sviluppato per conservare le proprie tracce. Gli archivi sono però privi di allestimento narrativo, in essi vige un’orizzontalità che costantemente chiede al fruitore la capacità critica di valutare e “storicizzare” il singolo documento. Nell’archivio storie e tassonomie si scrivono, non si ricevono. La mostra narra dieci progetti di archivio, dieci progetti che per il loro valore culturale azzerano le distanze temporali: un passato culturalmente rigoglioso coltivato per un arricchimento futuro: il centro, le piazze, le vie e i quartieri di Milano avrebbero potuto essere diversi ma forse quella diversità affiora comunque nel paesaggio urbano di oggi. Per il Politecnico Milano, con la sua radicata vocazione a ricerca e formazione, la mostra rappresenta la possibilità di essere parte attiva nella definizione e nella costruzione di una migliore visibilità per la raccolta del CASVA, che ora è collocata fisicamente presso il Castello Sforzesco, è in cerca di una sededove prendere definitivamente la forma di un centro studi. La naturale convergenza tra le due istituzioni vede in questa mostra un’occasione verso la futura realizzazione di un nuovo polo di ricerca e divulgazione a Milano. Sono presentati dieci progetti che non hanno trovato realizzazione, relegati nella noosfera ma che, tuttavia, con la loro carica progettuale, raccontano la storia di questa città, anche di quella che ogni giorno vediamo. In questo viaggio al fattuale della storia si affianca l’ipotetico, il potenziale. I visitatori sono invitati ad una passeggiata che attraversa Milano dal centro alle piazze ai grandi nodi infrastrutturali fino alla dimensione del quartiere e della via, è invitato a percorrere il terreno delle idee e delle tassonomie architettoniche. Nella tensione che si costruisce tra una città invisibile, perché fin troppo consueta, ed una città immaginata, si apre uno spazio interpretativo, si coltiva la capacitacritica e di giudizio ovvero si fa storia. In tutto questo preme sottolineare come merito dell’archivio sia proprio la capacita di trasmettere i documenti senza volerli forzare in una storiografia ma, attraverso codici seriali, di garantire la reperibilità,l’accessibilità e la fruibilità del nostro passato. Grazie all’indicizzazione orizzontale della raccolta il percorso proposto diventa anche un cammino tra passato e futuro.
Milano città immaginata. 10 progetti dagli archivi del CASVA Archivio del progetto del Comune di Milano
BRENNA, MARIELLA;
2015-01-01
Abstract
Il CASVA, Centro di Alti studi sulle Arti Visive, accoglieal suo interno una ricchissima collezione di documenti appartenenti alla cultura della progettazione, del design e della moda. L’istituto nato nel 1999 raccoglie oggi dal territorio gli archivi degli architetti e dei designer milanesi. La lettura trasversale di questo patrimonio fa del CASVA un centro di ricerca polivalente dedicato alle arti visive del ‘900. Tra queste arti oltre all’architettura e il design hanno un ruolo importante la grafica e l’illustrazione. La mostra: “Milano città immaginata. 10 progetti dagli archivi CASVA” è quindi una mostra dedicata a Milano e alla cultura del progetto. Progetto non è solo l’architettura costruita ma è soprattutto pensiero. Questa architettura pensata, questi numerosi progetti possibili sono conservati negli archivi al CASVA. Gli archivi formano, accanto ai musei, una delle più importanti modalità che la nostra civiltà ha sviluppato per conservare le proprie tracce. Gli archivi sono però privi di allestimento narrativo, in essi vige un’orizzontalità che costantemente chiede al fruitore la capacità critica di valutare e “storicizzare” il singolo documento. Nell’archivio storie e tassonomie si scrivono, non si ricevono. La mostra narra dieci progetti di archivio, dieci progetti che per il loro valore culturale azzerano le distanze temporali: un passato culturalmente rigoglioso coltivato per un arricchimento futuro: il centro, le piazze, le vie e i quartieri di Milano avrebbero potuto essere diversi ma forse quella diversità affiora comunque nel paesaggio urbano di oggi. Per il Politecnico Milano, con la sua radicata vocazione a ricerca e formazione, la mostra rappresenta la possibilità di essere parte attiva nella definizione e nella costruzione di una migliore visibilità per la raccolta del CASVA, che ora è collocata fisicamente presso il Castello Sforzesco, è in cerca di una sededove prendere definitivamente la forma di un centro studi. La naturale convergenza tra le due istituzioni vede in questa mostra un’occasione verso la futura realizzazione di un nuovo polo di ricerca e divulgazione a Milano. Sono presentati dieci progetti che non hanno trovato realizzazione, relegati nella noosfera ma che, tuttavia, con la loro carica progettuale, raccontano la storia di questa città, anche di quella che ogni giorno vediamo. In questo viaggio al fattuale della storia si affianca l’ipotetico, il potenziale. I visitatori sono invitati ad una passeggiata che attraversa Milano dal centro alle piazze ai grandi nodi infrastrutturali fino alla dimensione del quartiere e della via, è invitato a percorrere il terreno delle idee e delle tassonomie architettoniche. Nella tensione che si costruisce tra una città invisibile, perché fin troppo consueta, ed una città immaginata, si apre uno spazio interpretativo, si coltiva la capacitacritica e di giudizio ovvero si fa storia. In tutto questo preme sottolineare come merito dell’archivio sia proprio la capacita di trasmettere i documenti senza volerli forzare in una storiografia ma, attraverso codici seriali, di garantire la reperibilità,l’accessibilità e la fruibilità del nostro passato. Grazie all’indicizzazione orizzontale della raccolta il percorso proposto diventa anche un cammino tra passato e futuro.File | Dimensione | Formato | |
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