rito e design a partire dagli intrecci interdisciplinari tra antropologia, sociologia e cultura del progetto. Dopo una prima ampia contestualizzazione sulle potenzialità di questo approccio si mette a fuoco la mise-en-scène quale “dimensione allestita” dei fenomeni rituali e le strategie cromatiche ad essa riferibili con l’obiettivo di evidenziarne il valore simbolico, archetipico e culturale del colore. Il contributo intende quindi mettere in luce come l’utilizzo del colore all’interno del sistema di comunicazione rituale, oltre ad attivare le consuete funzioni connesse all’ambito estetico-sensoriale, possa ricoprire anche un ruolo “morale” trasformandosi in generatore di identità, vero e proprio elemento simbolico-connotativo e strumento amplificatore del significato stesso del rito. Ciascun fenomeno rituale incorpora infatti diversi elementi segnici legati al colore -più o meno espliciti- che di volta in volta sono capaci di valore propiziatorio o di scongiuro, sono carichi di poteri positivi o nefasti, riescono a soddisfare il desiderio di riconoscibilità e ad alimentare il senso di appartenenza o a sottolineare quello di esclusione; sono comunque sempre in grado di riassumere e condensare il significato più profondo del rito in quella che si potrebbe definire una precisa strategia cromatica. Queste strategie sono elementi centrali dell’impianto rituale e, se analizzate, sono in grado di fornire informazioni sul codice espressivo e di conseguenza sui valori simbolici, estetici e culturali contestuali alla pratica. Il percorso si snoda attraverso l’osservazione della mise-en-scène, ovvero la “dimensione allestita” dei fenomeni rituali, e delle strategie cromatiche che la caratterizzano, qui intese come chiavi fondamentali di significazione e ri-significazione del rito. L’osservazione di una rosa di casi studio particolarmente significativi, permette di evidenziare la varietà delle esperienze cromatiche legate al rito e di approdare ad una mappatura ragionata di una serie di atteggiamenti progettuali spontanei o convenzionali, impliciti o espliciti che influenzano la progettazione, la produzione e l’uso di oggetti e/o sistemi di artefatti legati al fenomeno rituale. In particolare si propone una lettura critica di casi studio relativi ad oggetti e sistemi di artefatti “ad alto gradiente rituale” analizzando la modalità con cui la componente cromatica risulta essere una fondamentale chiave di significazione e ri-significazione del rito secondo le seguenti linee interpretative: - il colore scenico: l’elemento cromatico diventa strumento amplificatore e spettacolarizzante della rappresentazione celebrativa del rito ed elemento facilitatore del senso di condivisione e appartenenza;- il colore nativo: l’elemento cromatico è il risultato di un processo di perpetuazione di un set di dati culturali e innesta con essi un rapporto insieme identitario, vitale e inscindibile; - il colore archetipo: l’elemento cromatico si definisce come forma tipica e costante di una determinata manifestazione rituale.

Design&Rito: cultura del progetto e valore simbolico del colore negli artefatti rituali

PILS, GIULIA;TROCCHIANESI, RAFFAELLA
2015-01-01

Abstract

rito e design a partire dagli intrecci interdisciplinari tra antropologia, sociologia e cultura del progetto. Dopo una prima ampia contestualizzazione sulle potenzialità di questo approccio si mette a fuoco la mise-en-scène quale “dimensione allestita” dei fenomeni rituali e le strategie cromatiche ad essa riferibili con l’obiettivo di evidenziarne il valore simbolico, archetipico e culturale del colore. Il contributo intende quindi mettere in luce come l’utilizzo del colore all’interno del sistema di comunicazione rituale, oltre ad attivare le consuete funzioni connesse all’ambito estetico-sensoriale, possa ricoprire anche un ruolo “morale” trasformandosi in generatore di identità, vero e proprio elemento simbolico-connotativo e strumento amplificatore del significato stesso del rito. Ciascun fenomeno rituale incorpora infatti diversi elementi segnici legati al colore -più o meno espliciti- che di volta in volta sono capaci di valore propiziatorio o di scongiuro, sono carichi di poteri positivi o nefasti, riescono a soddisfare il desiderio di riconoscibilità e ad alimentare il senso di appartenenza o a sottolineare quello di esclusione; sono comunque sempre in grado di riassumere e condensare il significato più profondo del rito in quella che si potrebbe definire una precisa strategia cromatica. Queste strategie sono elementi centrali dell’impianto rituale e, se analizzate, sono in grado di fornire informazioni sul codice espressivo e di conseguenza sui valori simbolici, estetici e culturali contestuali alla pratica. Il percorso si snoda attraverso l’osservazione della mise-en-scène, ovvero la “dimensione allestita” dei fenomeni rituali, e delle strategie cromatiche che la caratterizzano, qui intese come chiavi fondamentali di significazione e ri-significazione del rito. L’osservazione di una rosa di casi studio particolarmente significativi, permette di evidenziare la varietà delle esperienze cromatiche legate al rito e di approdare ad una mappatura ragionata di una serie di atteggiamenti progettuali spontanei o convenzionali, impliciti o espliciti che influenzano la progettazione, la produzione e l’uso di oggetti e/o sistemi di artefatti legati al fenomeno rituale. In particolare si propone una lettura critica di casi studio relativi ad oggetti e sistemi di artefatti “ad alto gradiente rituale” analizzando la modalità con cui la componente cromatica risulta essere una fondamentale chiave di significazione e ri-significazione del rito secondo le seguenti linee interpretative: - il colore scenico: l’elemento cromatico diventa strumento amplificatore e spettacolarizzante della rappresentazione celebrativa del rito ed elemento facilitatore del senso di condivisione e appartenenza;- il colore nativo: l’elemento cromatico è il risultato di un processo di perpetuazione di un set di dati culturali e innesta con essi un rapporto insieme identitario, vitale e inscindibile; - il colore archetipo: l’elemento cromatico si definisce come forma tipica e costante di una determinata manifestazione rituale.
2015
Colore e colorimetria. Contributi multidisciplinari (vol XI A)
978-88-99513-00-9
Rito, Design&Humanities, Cultural design
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