La tangibilità degli aspetti quantitativi, la possibilità di elaborare una distanza critica, l’orientamento rivolto alla valorizzazione del patrimonio esistente appaiono oggi i maggiori presupposti su cui fondare una riflessione operativa relativa al destino delle risorse architettoniche provenienti dal XX secolo. Comune denominatore della multiformità di azioni conservative/riabilitative rimane l’obiettivo di connettere la necessità di procedure istruttorie per la comprensione della genesi delle opere e del loro stato di fatto alla trasposizione del loro significato culturale nella concretezza di interventi sintonici rispetto all’originale ma riconducibili al presente. Nell’ambito delle pratiche di intervento si manifestano infatti le problematiche relative sia all’efficienza della complessità tecnologica che il bene oggetto di studio propone, sia al riconoscimento dei princìpi progettuali originari di cui riappropriarsi all’interno del processo di recupero. L’idea di una “tutela attiva” dell’architettura moderna, fondata sul binomio operativo “identità-progetto”, si basa inoltre sull’evoluzione della nozione di contesto che il ’900 ha comportato, spesso influenzando nel concreto i processi progettuali e realizzativi, tanto che le azioni di tutela e recupero nella contemporaneità dipendono in parte consistente dal tipo di “sfondo“ – fisico, culturale e, oggi, strategico – a cui il bene architettonico appartiene o può appartenere. Osservando come per restituire le architettura del XX secolo alla città e alla fruizione delle persone occorra considerarle oggetti nello spazio, prima ancora che testimonianze della storia, da un lato, si rende evidente la questione del coordinamento delle risorse urbane di cui il ’900 offre una prassi organica che rappresenta una peculiare specificità di rapporto tra preesistenza e progetto nella realtà costruita; dall’altro sorge l’esigenza di mettere in prospettiva il concetto di tradizione per quanto riguarda i nuovi contesti del territorio antropizzato della postmodernità, cioè di capire da quali nuovi riferimenti possa attingere.
Temi di identità e recupero dell'architettura moderna
GALLIANI, PIERFRANCO
2015-01-01
Abstract
La tangibilità degli aspetti quantitativi, la possibilità di elaborare una distanza critica, l’orientamento rivolto alla valorizzazione del patrimonio esistente appaiono oggi i maggiori presupposti su cui fondare una riflessione operativa relativa al destino delle risorse architettoniche provenienti dal XX secolo. Comune denominatore della multiformità di azioni conservative/riabilitative rimane l’obiettivo di connettere la necessità di procedure istruttorie per la comprensione della genesi delle opere e del loro stato di fatto alla trasposizione del loro significato culturale nella concretezza di interventi sintonici rispetto all’originale ma riconducibili al presente. Nell’ambito delle pratiche di intervento si manifestano infatti le problematiche relative sia all’efficienza della complessità tecnologica che il bene oggetto di studio propone, sia al riconoscimento dei princìpi progettuali originari di cui riappropriarsi all’interno del processo di recupero. L’idea di una “tutela attiva” dell’architettura moderna, fondata sul binomio operativo “identità-progetto”, si basa inoltre sull’evoluzione della nozione di contesto che il ’900 ha comportato, spesso influenzando nel concreto i processi progettuali e realizzativi, tanto che le azioni di tutela e recupero nella contemporaneità dipendono in parte consistente dal tipo di “sfondo“ – fisico, culturale e, oggi, strategico – a cui il bene architettonico appartiene o può appartenere. Osservando come per restituire le architettura del XX secolo alla città e alla fruizione delle persone occorra considerarle oggetti nello spazio, prima ancora che testimonianze della storia, da un lato, si rende evidente la questione del coordinamento delle risorse urbane di cui il ’900 offre una prassi organica che rappresenta una peculiare specificità di rapporto tra preesistenza e progetto nella realtà costruita; dall’altro sorge l’esigenza di mettere in prospettiva il concetto di tradizione per quanto riguarda i nuovi contesti del territorio antropizzato della postmodernità, cioè di capire da quali nuovi riferimenti possa attingere.File | Dimensione | Formato | |
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