ll Ponte S. Michele di Paderno d’Adda costituisce una tappa fondamentale nell’evoluzione storica delle infrastrutture in Italia, sia per la concezione strutturale, sintesi innovativa nell’ottimizzazione dei materiali e delle soluzioni tecnologiche del tempo, sia per l’eleganza dell’inserimento ambientale. Il ponte, inserito tra i Beni tutelati dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della regione Lombardia sin dal 1980, è stato realizzato nel 1889 a cura dalla Società Nazionale delle Officine di Savigliano, società coinvolta nella costruzione di alcune delle più importanti opere in struttura metallica dell’archeologia industriale italiana. Il ponte, in carpenteria metallica, è costituito da una ampia arcata reticolare che supporta una travata reticolare rettilinea a doppio impalcato, ove il livello inferiore è tuttora utilizzato per il traffico ferroviario ed il livello superiore per il traffico automobilistico. Lo stato di conservazione mostra importanti segni della carenza di manutenzione, leggibile attraverso i significativi ammaloramenti e corrosioni locali, che riflettono tutte le problematiche e le incertezze di intervento su tali strutture storiche. Dato il quadro di notevole incertezza, legato anche all’impossibilità di estendere prove di caratterizzazione locale al comportamento globale della strutture, si è proceduto al controllo della struttura attraverso prove dinamiche. Le prove ed il monitoraggio dinamico costituiscono uno strumento potente e versatile di sintesi diagnostica, potendo valutando le caratteristiche strutturali generali dell’opera, per di più senza comportare la chiusura dell’opera per lunghe campagne diagnostiche. Le prove, condotte in varie situazioni ambientali e di carico, hanno evidenziato anomalie comportamentali del ponte, tra cui una sensibile asimmetria non giustificata da fattori geometrici e neppure evidenziata dalla storia dell’opera e delle sue successive trasformazioni. L’insieme degli interrogativi ha posto come prioritario per l’opera un controllo continuo, in modo da discriminare in un ambito diagnostico sperimentale preliminare a piani di sistematica manutenzione, fattori patologici da ricorrenze sistemiche di una struttura antica. L’articolo descrive nel dettaglio le caratteristiche del sistema di monitoraggio dinamico continuo recentemente installato e i primi risultati, evidenziano alcune ricorrenze di comportamento in varie condizioni ambientali.
Monitoraggio dinamico e conservazione di infrastrutture storiche: il ponte San Michele a Paderno d’Adda (1889)
GENTILE, CARMELO;SAISI, ANTONELLA ELIDE
2013-01-01
Abstract
ll Ponte S. Michele di Paderno d’Adda costituisce una tappa fondamentale nell’evoluzione storica delle infrastrutture in Italia, sia per la concezione strutturale, sintesi innovativa nell’ottimizzazione dei materiali e delle soluzioni tecnologiche del tempo, sia per l’eleganza dell’inserimento ambientale. Il ponte, inserito tra i Beni tutelati dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della regione Lombardia sin dal 1980, è stato realizzato nel 1889 a cura dalla Società Nazionale delle Officine di Savigliano, società coinvolta nella costruzione di alcune delle più importanti opere in struttura metallica dell’archeologia industriale italiana. Il ponte, in carpenteria metallica, è costituito da una ampia arcata reticolare che supporta una travata reticolare rettilinea a doppio impalcato, ove il livello inferiore è tuttora utilizzato per il traffico ferroviario ed il livello superiore per il traffico automobilistico. Lo stato di conservazione mostra importanti segni della carenza di manutenzione, leggibile attraverso i significativi ammaloramenti e corrosioni locali, che riflettono tutte le problematiche e le incertezze di intervento su tali strutture storiche. Dato il quadro di notevole incertezza, legato anche all’impossibilità di estendere prove di caratterizzazione locale al comportamento globale della strutture, si è proceduto al controllo della struttura attraverso prove dinamiche. Le prove ed il monitoraggio dinamico costituiscono uno strumento potente e versatile di sintesi diagnostica, potendo valutando le caratteristiche strutturali generali dell’opera, per di più senza comportare la chiusura dell’opera per lunghe campagne diagnostiche. Le prove, condotte in varie situazioni ambientali e di carico, hanno evidenziato anomalie comportamentali del ponte, tra cui una sensibile asimmetria non giustificata da fattori geometrici e neppure evidenziata dalla storia dell’opera e delle sue successive trasformazioni. L’insieme degli interrogativi ha posto come prioritario per l’opera un controllo continuo, in modo da discriminare in un ambito diagnostico sperimentale preliminare a piani di sistematica manutenzione, fattori patologici da ricorrenze sistemiche di una struttura antica. L’articolo descrive nel dettaglio le caratteristiche del sistema di monitoraggio dinamico continuo recentemente installato e i primi risultati, evidenziano alcune ricorrenze di comportamento in varie condizioni ambientali.File | Dimensione | Formato | |
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