Il termine “Geomatica” vent’anni fa non era comunemente utilizzato, o almeno non in maniera così estesa come ora. Non si parlava di “geodati”, ma eventualmente di dati “spatially distributed”, l’analisi spaziale era “analisi dati” e certamente non avremmo definito “spatial analysis tools” i programmi in Fortran 77 o 90 che scrivevamo ad hoc per implementare gli algoritmi di analisi dati, in base alle esigenze delle specifiche ricerche. Certamente l’aspetto della distribuzione spaziale delle informazioni era rilevante, ma non eravamo abituati a visualizzare i dati su cui lavoravamo con la stessa facilità, velocità e versatilità di rappresentazione alle quali gli strumenti GIS e i loro “tool” ci hanno abituato. Per toccare con mano, come se fosse una fotografia in “time-lapse”, l’evoluzione delle tecnologie nelle nostre discipline, abbiamo svolto un esercizio recuperando i file originali delle anomalie di gravità e delle quote ortometriche utilizzate per alcuni test di un software di cluster analysis realizzati durante il triennio 1995/98, e descritti nella Tesi di Dottorato (Tornatore, 1998). Gli stessi dati, importati in ambiente GIS dopo quasi vent’anni, ci hanno permesso di calcolare indici statistici con la ben nota immediatezza e di realizzare facilmente modelli digitali del terreno e delle anomalie di gravità per la zona studiata. In conclusione, una riflessione su quello che nelle informazioni spaziali “vediamo” più di allora (e su come lo “vediamo”) grazie ai GIS.

Geodati e cluster analysis, dalle immagini in bianco e nero alle mappe 3D

MIGLIACCIO, FEDERICA;TORNATORE, VINCENZA;MININI, GUIDO
2015-01-01

Abstract

Il termine “Geomatica” vent’anni fa non era comunemente utilizzato, o almeno non in maniera così estesa come ora. Non si parlava di “geodati”, ma eventualmente di dati “spatially distributed”, l’analisi spaziale era “analisi dati” e certamente non avremmo definito “spatial analysis tools” i programmi in Fortran 77 o 90 che scrivevamo ad hoc per implementare gli algoritmi di analisi dati, in base alle esigenze delle specifiche ricerche. Certamente l’aspetto della distribuzione spaziale delle informazioni era rilevante, ma non eravamo abituati a visualizzare i dati su cui lavoravamo con la stessa facilità, velocità e versatilità di rappresentazione alle quali gli strumenti GIS e i loro “tool” ci hanno abituato. Per toccare con mano, come se fosse una fotografia in “time-lapse”, l’evoluzione delle tecnologie nelle nostre discipline, abbiamo svolto un esercizio recuperando i file originali delle anomalie di gravità e delle quote ortometriche utilizzate per alcuni test di un software di cluster analysis realizzati durante il triennio 1995/98, e descritti nella Tesi di Dottorato (Tornatore, 1998). Gli stessi dati, importati in ambiente GIS dopo quasi vent’anni, ci hanno permesso di calcolare indici statistici con la ben nota immediatezza e di realizzare facilmente modelli digitali del terreno e delle anomalie di gravità per la zona studiata. In conclusione, una riflessione su quello che nelle informazioni spaziali “vediamo” più di allora (e su come lo “vediamo”) grazie ai GIS.
2015
Memorial "Giovanna Togliatti"
978-88-941232-0-3
geomatica, cluster analysis, GIS
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Descrizione: GEODATI E CLUSTER ANALYSIS, DALLE IMMAGINI IN BIANCO E NERO ALLE MAPPE 3D Federica Migliaccio, Vincenza Tornatore, Guido Minini
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