La Progettazione Ambientale rappresenta una disciplina trasversale, in virtù sia delle interazioni con altri settori e con differenti contributi teorici, di cui di volta in volta si arricchisce, sia della molteplicità delle scale dimensionali in cui si caratterizza. La finalità principale di questa materia di studio consiste nel realizzare un ambiente di vita atto a soddisfare le mutevoli esigenze dell’uomo e di adeguarsi ai relativi cambiamenti dell’ambiente, mediante l’uso di sistemi flessibili, reversibili ed assolutamente ecocompatibili, facendo ricorso alle risorse disponibili e possibilmente reinseribili nei cicli di vita naturali. Dopo gli anni ’70 si comincia a delineare una nuova tecnologia soft, in contrapposizione a quella dei processi industrializzati e alla politica di interventi edilizi sostenuta da grandi imprese multinazionali, contraria al modello di società dei consumi e allo sviluppo incontrollato delle megalopoli. Si tratta, in pratica, di una tecnologia basata su interventi non distruttivi, sull’utilizzo di materiali naturali e di sistemi costruttivi leggeri, e, soprattutto, fondata sul rispetto della capacità di carico dell’ambiente. Fra i contributi innovativi più̀ rilevanti, molto significativo è quello di Victor Olgay, che introduce il clima come materiale del progetto, considerando la tecnologia come un sistema complesso, in cui il luogo, le risorse, la cultura sono tutti elementi di progetto interagenti tra di loro. All’interno della nuova cultura ambientalista confluiscono concetti imprevisti e affascinanti, come l’importanza dell’aspetto sociologico ed antropologico nella trasformazione dell’ambiente, il rispetto dell’autonomia delle culture e delle tradizioni del luogo, l’attenzione alle risorse energetiche disponibili e la coscienza del possibile esaurimento delle stesse, e soprattutto l’importanza del concetto di limite nel percorso evolutivo della società̀ moderna.
Environmental Design
BISSON, MARIO
2015-01-01
Abstract
La Progettazione Ambientale rappresenta una disciplina trasversale, in virtù sia delle interazioni con altri settori e con differenti contributi teorici, di cui di volta in volta si arricchisce, sia della molteplicità delle scale dimensionali in cui si caratterizza. La finalità principale di questa materia di studio consiste nel realizzare un ambiente di vita atto a soddisfare le mutevoli esigenze dell’uomo e di adeguarsi ai relativi cambiamenti dell’ambiente, mediante l’uso di sistemi flessibili, reversibili ed assolutamente ecocompatibili, facendo ricorso alle risorse disponibili e possibilmente reinseribili nei cicli di vita naturali. Dopo gli anni ’70 si comincia a delineare una nuova tecnologia soft, in contrapposizione a quella dei processi industrializzati e alla politica di interventi edilizi sostenuta da grandi imprese multinazionali, contraria al modello di società dei consumi e allo sviluppo incontrollato delle megalopoli. Si tratta, in pratica, di una tecnologia basata su interventi non distruttivi, sull’utilizzo di materiali naturali e di sistemi costruttivi leggeri, e, soprattutto, fondata sul rispetto della capacità di carico dell’ambiente. Fra i contributi innovativi più̀ rilevanti, molto significativo è quello di Victor Olgay, che introduce il clima come materiale del progetto, considerando la tecnologia come un sistema complesso, in cui il luogo, le risorse, la cultura sono tutti elementi di progetto interagenti tra di loro. All’interno della nuova cultura ambientalista confluiscono concetti imprevisti e affascinanti, come l’importanza dell’aspetto sociologico ed antropologico nella trasformazione dell’ambiente, il rispetto dell’autonomia delle culture e delle tradizioni del luogo, l’attenzione alle risorse energetiche disponibili e la coscienza del possibile esaurimento delle stesse, e soprattutto l’importanza del concetto di limite nel percorso evolutivo della società̀ moderna.File | Dimensione | Formato | |
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