La crisi ha contribuito a far emergere, in tutta la sua drammaticità, un disagio abitativo diffuso le cui cause strutturali vanno ricercate nelle dinamiche del mercato residenziale italiano degli ultimi trent’anni. La letteratura scientifica e l’accesa discussione pubblica si sono principalmente concentrate attorno alla fragilità delle politiche di edilizia residenziale pubblica e di social housing, le difficoltà di accesso al credito per l’acquisto di case e le problematiche relative al costo della locazione e al rinnovo dei contratti. La tesi che si sostiene in questo contributo è che per l’Italia sia auspicabile un “ritorno all’affitto” attraverso programmi e politiche pubbliche che si pongano l’obiettivo di un sostanziale cambio nei titoli di godimento dello stock abitativo. Il paper mette a fuoco le molteplici rigidità causate in Italia dall'eccesso di abitazioni occupate dai proprietari, fra cui: la ricchezza delle famiglie congelata in immobili e mutui, la scarsa mobilità territoriale, un’elevata soglia di accesso all’alloggio, l’indebitamento prolungato, la dipendenza dei figli dai genitori, il sottoutilizzo dello stock residenziale. Attraverso un’analisi della situazione anche di altri paesi europei dove negli ultimi anni si è registrata la diminuzione del peso delle case di proprietà sullo stock abitativo complessivo (fra cui l’Irlanda, la Spagna, l’Islanda, ovvero paesi colpiti fortemente dalla crisi) sono quindi discusse possibili politiche di ritorno all’affitto, che si pongano l’ambizioso traguardo del cambio del titolo di godimento dalla proprietà alla locazione per quattro milioni di unità abitative su scala nazionale in dieci anni.
Ritornare all’affitto: evidenze analitiche e politiche pubbliche
GAETA, LUCA;CUCCA, ROBERTA
2015-01-01
Abstract
La crisi ha contribuito a far emergere, in tutta la sua drammaticità, un disagio abitativo diffuso le cui cause strutturali vanno ricercate nelle dinamiche del mercato residenziale italiano degli ultimi trent’anni. La letteratura scientifica e l’accesa discussione pubblica si sono principalmente concentrate attorno alla fragilità delle politiche di edilizia residenziale pubblica e di social housing, le difficoltà di accesso al credito per l’acquisto di case e le problematiche relative al costo della locazione e al rinnovo dei contratti. La tesi che si sostiene in questo contributo è che per l’Italia sia auspicabile un “ritorno all’affitto” attraverso programmi e politiche pubbliche che si pongano l’obiettivo di un sostanziale cambio nei titoli di godimento dello stock abitativo. Il paper mette a fuoco le molteplici rigidità causate in Italia dall'eccesso di abitazioni occupate dai proprietari, fra cui: la ricchezza delle famiglie congelata in immobili e mutui, la scarsa mobilità territoriale, un’elevata soglia di accesso all’alloggio, l’indebitamento prolungato, la dipendenza dei figli dai genitori, il sottoutilizzo dello stock residenziale. Attraverso un’analisi della situazione anche di altri paesi europei dove negli ultimi anni si è registrata la diminuzione del peso delle case di proprietà sullo stock abitativo complessivo (fra cui l’Irlanda, la Spagna, l’Islanda, ovvero paesi colpiti fortemente dalla crisi) sono quindi discusse possibili politiche di ritorno all’affitto, che si pongano l’ambizioso traguardo del cambio del titolo di godimento dalla proprietà alla locazione per quattro milioni di unità abitative su scala nazionale in dieci anni.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ritornare all'affitto_Gaeta_Cucca.pdf
accesso aperto
:
Publisher’s version
Dimensione
252.77 kB
Formato
Adobe PDF
|
252.77 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.