Il rapporto tra Milano e i grattacieli, che nel primo Novecento accompagna il processo di definizione di nuove norme edilizie per la città, è in origine conflittuale. Alle visionarie prospettive urbane di Antonio Sant’Elia (1914) si contrappongono infatti considerazioni di ordine igienico ed estetico che alimentano il rifiuto di una tipologia edilizia vissuta come importazione di modelli d’oltreoceano. Il “grattanuvole” di Achille Manfredini (1910), presentato in conformità al Regolamento edilizio che determinava l’altezza degli edifici in base alla larghezza delle strade, innesca la polemica avviando una revisione delle norme sull’altezza massima dei fabbricati, che nel 1920 è fissata a 24 metri in tutto il territorio comunale, con l’eccezione degli edifici di particolare “importanza artistica”. La possibilità di deroga sollecita la presentazione di nuovi progetti – da quello, iperbolico ma realistico, di Giulio Ulisse Arata per palazzo Körner (1923) all’ironica provocazione del grattacielo per la S.K.N.E. Company di Piero Portaluppi (1920 ca.) –, così come autorizza la costruzione degli edifici “gemelli” di piazza Piemonte (1922-1926), la cui cupola si eleva alla quota di 44 metri.

I primi 'grattanuvole' milanesi: un esordio contrastato

D'AMIA, GIOVANNA
2015-01-01

Abstract

Il rapporto tra Milano e i grattacieli, che nel primo Novecento accompagna il processo di definizione di nuove norme edilizie per la città, è in origine conflittuale. Alle visionarie prospettive urbane di Antonio Sant’Elia (1914) si contrappongono infatti considerazioni di ordine igienico ed estetico che alimentano il rifiuto di una tipologia edilizia vissuta come importazione di modelli d’oltreoceano. Il “grattanuvole” di Achille Manfredini (1910), presentato in conformità al Regolamento edilizio che determinava l’altezza degli edifici in base alla larghezza delle strade, innesca la polemica avviando una revisione delle norme sull’altezza massima dei fabbricati, che nel 1920 è fissata a 24 metri in tutto il territorio comunale, con l’eccezione degli edifici di particolare “importanza artistica”. La possibilità di deroga sollecita la presentazione di nuovi progetti – da quello, iperbolico ma realistico, di Giulio Ulisse Arata per palazzo Körner (1923) all’ironica provocazione del grattacielo per la S.K.N.E. Company di Piero Portaluppi (1920 ca.) –, così come autorizza la costruzione degli edifici “gemelli” di piazza Piemonte (1922-1926), la cui cupola si eleva alla quota di 44 metri.
2015
Grattanuvole. Un secolo di grattacieli a Milano
9788891609199
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