È convincimento dichiarato (assiomatico, quasi) dell’autore che il piano sia l’unico strumento in grado di riassegnare valore alla lezione storica, contenere la città dispersa, conservare le risorse fisiche, ripensare le prestazioni dei servizi, giudicare la sostenibilità delle scelte: purché ci s’avvalga, per conferire unità progettuale agli innumerevoli descrittori della mescolanza urbana, del trattamento dei dati con sistemi informativi. Ed è proprio su quest’ultimo nodo che si fonda la tesi propugnata nel testo e la matrice metodologica dei suoi contenuti: quella per cui la valutazione d’opportunità delle trasformazioni urbane debba derivare dal conto multidimensionale delle interdipendenze economiche, ambientali, paesaggistiche, dall’efficace elaborazione d’archivi informativi complessi, dall’abilità di trattare i dati con buone matrici geostatistiche. Emerge perciò la necessità di ricercare le «variabili latenti» nell’indifferenziato amalgama della città contemporanea affinché gli «spazi di relazione» informativa, rappresentativi della confluenza di molteplici punti d’osservazione, divengano gli elementi della conoscenza che guidano il progetto. Le applicazioni su Limbiate, Cremona, Seveso rappresentano esempi effettivi di piano, dov’è stata costruita la «carta dell’intervenibilità» per giustificare le risposte di piano alle differenziate necessità dei luoghi.
«Spazio pubblico generatore di centralità molteplici. I casi di Limbiate, Cremona, Seveso»
PAOLILLO, PIER LUIGI
2015-01-01
Abstract
È convincimento dichiarato (assiomatico, quasi) dell’autore che il piano sia l’unico strumento in grado di riassegnare valore alla lezione storica, contenere la città dispersa, conservare le risorse fisiche, ripensare le prestazioni dei servizi, giudicare la sostenibilità delle scelte: purché ci s’avvalga, per conferire unità progettuale agli innumerevoli descrittori della mescolanza urbana, del trattamento dei dati con sistemi informativi. Ed è proprio su quest’ultimo nodo che si fonda la tesi propugnata nel testo e la matrice metodologica dei suoi contenuti: quella per cui la valutazione d’opportunità delle trasformazioni urbane debba derivare dal conto multidimensionale delle interdipendenze economiche, ambientali, paesaggistiche, dall’efficace elaborazione d’archivi informativi complessi, dall’abilità di trattare i dati con buone matrici geostatistiche. Emerge perciò la necessità di ricercare le «variabili latenti» nell’indifferenziato amalgama della città contemporanea affinché gli «spazi di relazione» informativa, rappresentativi della confluenza di molteplici punti d’osservazione, divengano gli elementi della conoscenza che guidano il progetto. Le applicazioni su Limbiate, Cremona, Seveso rappresentano esempi effettivi di piano, dov’è stata costruita la «carta dell’intervenibilità» per giustificare le risposte di piano alle differenziate necessità dei luoghi.File | Dimensione | Formato | |
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