Il crescente numero di interventi di musealizzazione delle aree archeologiche rappresenta una delle istanze più progressive di questi anni nell’ambito della valorizzazione e accessibilità ai patrimoni antichi. Attraverso il progetto dei siti si opera un processo di reinterpretazione delle stratificazioni materiali, di messa in azione dell’archeologia intesa come disciplina a supporto continuo della conoscenza delle trasformazioni storiche, e della museografia vista disciplina al servizio della elaborazione culturale di questa storia. Il passaggio dal “museo interno” a un modello di museo a sistema nelle città e nei territori, cioè all’idea di “museo fuori dal museo”, è il nodo concettuale che lega i contenuti di questo volume, che è formato da una raccolta commentata di cinquantun progetti realizzati rispettivamente da quarantasei studi di architettura europei, e da due saggi di apertura che indagano l’archeologia e la museografia sotto il profilo del loro rapporto con la città moderna, e con il paesaggio. Se il primo dei due saggi indaga le vicende legate al rapporto tra la grande tradizione museografica occidentale e la narrazione archeologia dal punto di vista di un profilo disciplinare teso a mettere in evidenza soprattutto le modalità con cui l’archeologia viene trattata e presentata, il secondo analizza e sviluppa una genealogia di architetture ritenute esemplari, entrando nel merito del rapporto fisico, teorico e costruttivo che lega l’architettura con l’archeologia sotto il profilo del progetto, della forma e della sua composizione. Ciò che legittima la serie di esempi concreti contenuti in questo volume - e quindi l’idea che esista una riconoscibile area della progettazione identificabile come architettura e museografia per l’archeologia - è il fatto stesso che essi siano stati costruiti riproponendo il contatto fisico materico tra antico e nuovo, assicurandone la continuità fruitiva nel tempo, secondo una tradizione che è tipica del senso e del ruolo dell’architettura che è proprio quella di legare, attraverso il progetto, il passato con il futuro. Rispetto a quanto sopra, il volume si pone diversi obbiettivi: il primo è quello di documentare criticamente una serie di esperienze progettuali che sono state realizzate a partire dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso nelle aree considerabili come storicamente romanizzate attorno al bacino del Mare Mediterraneo. Il secondo è quello di rileggere l’intera storia del rapporto tra architettura, archeologia e museografia, considerate nel quadro del grande progetto europeo di emancipazione culturale e civile attivato sulla base del patrimonio storico e archeologico che ogni paese conserva. Un progetto che prende piede nel primo ventennio dell’Ottocento, sviluppandosi successivamente in concomitanza con la ricerca e creazione di identità nazionali fortemente sentite, la conseguente messa in evidenza dei monumenti e delle opere d’arte considerati come icone identitarie e la realizzazione dei grandi musei nazionali destinati ad ospitarle. Il terzo è quello di offrire a professionisti, docenti universitari, ricercatori e funzionari degli enti preposti alla tutela, sia architetti che archeologi un consistente corpus disciplinare, fatto di testimonianze costruite, considerando che, da esse, sia possibile comprenderne la ratio e quindi il senso compiuto.
ARCHITETTURA PER L'ARCHEOLOGIA. MUSEOGRAFIA E ALLESTIMENTO
BASSO PERESSUT, GIAN LUCA;CALIARI, PIER FEDERICO MAURO
2014-01-01
Abstract
Il crescente numero di interventi di musealizzazione delle aree archeologiche rappresenta una delle istanze più progressive di questi anni nell’ambito della valorizzazione e accessibilità ai patrimoni antichi. Attraverso il progetto dei siti si opera un processo di reinterpretazione delle stratificazioni materiali, di messa in azione dell’archeologia intesa come disciplina a supporto continuo della conoscenza delle trasformazioni storiche, e della museografia vista disciplina al servizio della elaborazione culturale di questa storia. Il passaggio dal “museo interno” a un modello di museo a sistema nelle città e nei territori, cioè all’idea di “museo fuori dal museo”, è il nodo concettuale che lega i contenuti di questo volume, che è formato da una raccolta commentata di cinquantun progetti realizzati rispettivamente da quarantasei studi di architettura europei, e da due saggi di apertura che indagano l’archeologia e la museografia sotto il profilo del loro rapporto con la città moderna, e con il paesaggio. Se il primo dei due saggi indaga le vicende legate al rapporto tra la grande tradizione museografica occidentale e la narrazione archeologia dal punto di vista di un profilo disciplinare teso a mettere in evidenza soprattutto le modalità con cui l’archeologia viene trattata e presentata, il secondo analizza e sviluppa una genealogia di architetture ritenute esemplari, entrando nel merito del rapporto fisico, teorico e costruttivo che lega l’architettura con l’archeologia sotto il profilo del progetto, della forma e della sua composizione. Ciò che legittima la serie di esempi concreti contenuti in questo volume - e quindi l’idea che esista una riconoscibile area della progettazione identificabile come architettura e museografia per l’archeologia - è il fatto stesso che essi siano stati costruiti riproponendo il contatto fisico materico tra antico e nuovo, assicurandone la continuità fruitiva nel tempo, secondo una tradizione che è tipica del senso e del ruolo dell’architettura che è proprio quella di legare, attraverso il progetto, il passato con il futuro. Rispetto a quanto sopra, il volume si pone diversi obbiettivi: il primo è quello di documentare criticamente una serie di esperienze progettuali che sono state realizzate a partire dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso nelle aree considerabili come storicamente romanizzate attorno al bacino del Mare Mediterraneo. Il secondo è quello di rileggere l’intera storia del rapporto tra architettura, archeologia e museografia, considerate nel quadro del grande progetto europeo di emancipazione culturale e civile attivato sulla base del patrimonio storico e archeologico che ogni paese conserva. Un progetto che prende piede nel primo ventennio dell’Ottocento, sviluppandosi successivamente in concomitanza con la ricerca e creazione di identità nazionali fortemente sentite, la conseguente messa in evidenza dei monumenti e delle opere d’arte considerati come icone identitarie e la realizzazione dei grandi musei nazionali destinati ad ospitarle. Il terzo è quello di offrire a professionisti, docenti universitari, ricercatori e funzionari degli enti preposti alla tutela, sia architetti che archeologi un consistente corpus disciplinare, fatto di testimonianze costruite, considerando che, da esse, sia possibile comprenderne la ratio e quindi il senso compiuto.File | Dimensione | Formato | |
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