Negli ultimi vent’anni il tema della valorizzazione degli immobili pubblici ha avuto un particolare rilievo nel dibattito italiano. Dalla fine degli Anni 2000, gli interventi pubblici avviati per rendere più efficiente la gestione dell’immenso patrimonio pubblico e generare entrate per le casse dello Stato sono stati accoppiati ad obiettivi di sviluppo economico locale. Le spiegazioni dei risultati insoddisfacenti finora ottenuti possono essere molteplici, ma due sembrano particolarmente rilevanti. In primo luogo, in questi anni un numero considerevole di strumenti di intervento si è stratificato senza attenzione alle incongruenze e incompatibilità tra essi; secondo, in Italia non è cresciuto un vero e proprio mercato di sviluppo e gestione immobiliare dei portafogli pubblici. In questo contesto, il capitolo evidenzia che tanto un approccio manageriale alla gestione degli immobili pubblici quanto un approccio nomo-dipendente (cioè che immagina che un ulteriore nuovo strumento di governo possa risolvere il problema) sembrano inappropriati. Anche sulla base di esempi concreti di programmi e progetti di valorizzazione di immobili con valore culturale nel Nord come nel Sud Italia, questo capitolo propone di considerare sei ragioni per cui sembra preferibile sperimentare un approccio progettuale e territoriale in pochi contesti selezionati. In questo modo si potrebbe infatti valutare criticamente le esperienze in corso per incrementare a scala locale l’efficacia degli interventi successivi e per comprenderne meglio il significato e gli effetti potenziali a scala nazionale. Pur concentrandosi sulla valorizzazione dei beni culturali, auspico che questi argomenti contribuiscano al dibattito relativo a un più ampio insieme di immobili e aree di intervento pubblico.

Valorizzazione dei beni culturali e strategie di sviluppo locale: verso un approccio progettuale e territoriale

PONZINI, DAVIDE
2015-01-01

Abstract

Negli ultimi vent’anni il tema della valorizzazione degli immobili pubblici ha avuto un particolare rilievo nel dibattito italiano. Dalla fine degli Anni 2000, gli interventi pubblici avviati per rendere più efficiente la gestione dell’immenso patrimonio pubblico e generare entrate per le casse dello Stato sono stati accoppiati ad obiettivi di sviluppo economico locale. Le spiegazioni dei risultati insoddisfacenti finora ottenuti possono essere molteplici, ma due sembrano particolarmente rilevanti. In primo luogo, in questi anni un numero considerevole di strumenti di intervento si è stratificato senza attenzione alle incongruenze e incompatibilità tra essi; secondo, in Italia non è cresciuto un vero e proprio mercato di sviluppo e gestione immobiliare dei portafogli pubblici. In questo contesto, il capitolo evidenzia che tanto un approccio manageriale alla gestione degli immobili pubblici quanto un approccio nomo-dipendente (cioè che immagina che un ulteriore nuovo strumento di governo possa risolvere il problema) sembrano inappropriati. Anche sulla base di esempi concreti di programmi e progetti di valorizzazione di immobili con valore culturale nel Nord come nel Sud Italia, questo capitolo propone di considerare sei ragioni per cui sembra preferibile sperimentare un approccio progettuale e territoriale in pochi contesti selezionati. In questo modo si potrebbe infatti valutare criticamente le esperienze in corso per incrementare a scala locale l’efficacia degli interventi successivi e per comprenderne meglio il significato e gli effetti potenziali a scala nazionale. Pur concentrandosi sulla valorizzazione dei beni culturali, auspico che questi argomenti contribuiscano al dibattito relativo a un più ampio insieme di immobili e aree di intervento pubblico.
2015
patrimonio pubblico,valorizzazione immobiliare, programmazione territoriale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/971968
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