I rapidi e imponenti processi di urbanizzazione nelle città del Sud del Mondo si traducono per la gran parte in una crescita incessante della cosiddetta “città informale”, ovvero di vasti agglomerati urbani “spontanei” e illegali, in cui si intrecciano precarietà abitativa, fragilità ambientale e marginalità sociale ed economica. È una città posta ai margini della città consolidata dal punto di vista spaziale e sociale, e spesso esclusa anche dal raggio d’azione delle politiche urbane. Eppure questi nuovi habitat molto sommari tendono a costituire il modello urbano prevalente in una larga parte di mondo e rappresentano dunque la vera sfida della gestione urbana del prossimo millennio: un nuovo campo di indagine e intervento che richiede metodologie e approcci appropriati di progetto e intervento – laddove invece metodologie e strumenti sviluppati per contesti urbani “occidentali” sono spesso importati in modo stereotipato e applicati in modi che rafforzano, invece che ridurre, la marginalità sociale e territoriale di queste parti di città. E’ dunque necessario delineare nuovi approcci che coniugano ricerca, formazione e innovazione nella messa a punto di conoscenze e competenze più efficaci per l’intervento nei contesti urbani con un’elevata presenza di setting informali, nella prospettiva di ridurre le disuguaglianze spaziali e sociali, i deficit di risorse e i rischi ambientali, promuovendo processi di sviluppo più equi e sostenibili.

Ricerca e formazione per cooperare nelle città e nei territori del Global South

BELLAVITI, PAOLA
2014-01-01

Abstract

I rapidi e imponenti processi di urbanizzazione nelle città del Sud del Mondo si traducono per la gran parte in una crescita incessante della cosiddetta “città informale”, ovvero di vasti agglomerati urbani “spontanei” e illegali, in cui si intrecciano precarietà abitativa, fragilità ambientale e marginalità sociale ed economica. È una città posta ai margini della città consolidata dal punto di vista spaziale e sociale, e spesso esclusa anche dal raggio d’azione delle politiche urbane. Eppure questi nuovi habitat molto sommari tendono a costituire il modello urbano prevalente in una larga parte di mondo e rappresentano dunque la vera sfida della gestione urbana del prossimo millennio: un nuovo campo di indagine e intervento che richiede metodologie e approcci appropriati di progetto e intervento – laddove invece metodologie e strumenti sviluppati per contesti urbani “occidentali” sono spesso importati in modo stereotipato e applicati in modi che rafforzano, invece che ridurre, la marginalità sociale e territoriale di queste parti di città. E’ dunque necessario delineare nuovi approcci che coniugano ricerca, formazione e innovazione nella messa a punto di conoscenze e competenze più efficaci per l’intervento nei contesti urbani con un’elevata presenza di setting informali, nella prospettiva di ridurre le disuguaglianze spaziali e sociali, i deficit di risorse e i rischi ambientali, promuovendo processi di sviluppo più equi e sostenibili.
2014
L'urbanistica italiana nel mondo
9788899237004
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/942160
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