La città e i suoi spazi abitati non si configurano più soltanto nei loro assetti morfologici, distributivi e di collocazione dei servizi, ma si è ormai generata una nuova condizione eterogenea, trasversale, multidisciplinare, dispersa, introflessa e qualche volta anche immateriale, alla quale corrispondono usi specialistici, impalcature percettive, reti di informazioni, climi artificiali, informazioni commerciali, sistemi comunicativi, ecc. dimensioni tutte contenute nell’architettura, ma difficilmente descrivibili con i codici formali dell’architettura stessa. All’attività di costruzione vera e propria si affianca con sempre maggior forza una attività di regia di singole scene che fanno della città un luogo complesso ed eterogeneo, multisensoriale ed esperienziale. In questo contesto cambia la nozione di luogo, che può essere ripensata accettando l'instabilità e la modificabilità come condizioni permanenti. Anche lo spazio pubblico è diventato un attributo provvisorio, non tanto legato alla qualità dell'architettura, quanto alle condizioni d'uso che si vengono a determinare. L'idea di luogo fisico si sposta verso quella di luogo drammaturgico e l'instabilità spettacolare della location si sostituisce alla permanenza e alla sacralità del luogo.
Mettere in scena la città: il progetto urbano come metafora teatrale
SALVADEO, PIERLUIGI
2014-01-01
Abstract
La città e i suoi spazi abitati non si configurano più soltanto nei loro assetti morfologici, distributivi e di collocazione dei servizi, ma si è ormai generata una nuova condizione eterogenea, trasversale, multidisciplinare, dispersa, introflessa e qualche volta anche immateriale, alla quale corrispondono usi specialistici, impalcature percettive, reti di informazioni, climi artificiali, informazioni commerciali, sistemi comunicativi, ecc. dimensioni tutte contenute nell’architettura, ma difficilmente descrivibili con i codici formali dell’architettura stessa. All’attività di costruzione vera e propria si affianca con sempre maggior forza una attività di regia di singole scene che fanno della città un luogo complesso ed eterogeneo, multisensoriale ed esperienziale. In questo contesto cambia la nozione di luogo, che può essere ripensata accettando l'instabilità e la modificabilità come condizioni permanenti. Anche lo spazio pubblico è diventato un attributo provvisorio, non tanto legato alla qualità dell'architettura, quanto alle condizioni d'uso che si vengono a determinare. L'idea di luogo fisico si sposta verso quella di luogo drammaturgico e l'instabilità spettacolare della location si sostituisce alla permanenza e alla sacralità del luogo.File | Dimensione | Formato | |
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