L’abitare urbano, che rappresenta il più alto livello di organizzazione della vita umana, ripropone oggi, come problema disciplinare dell’architettura, la questione dell’alternativa casa in affitto – casa in proprietà, che aveva alimentato la polemica tra Engels e Proudhon. L’alternativa rappresenta, infatti, un problema nodale rispetto ai concetti di durata e di valore etico e civile della casa, che obbligano a elaborare culturalmente il passaggio dall’alloggio (prodotto della concezione della casa come macchina per abitare) alla casa (luogo della relazione unica e straordinaria tra la persona e lo spazio dell’abitare). Dando concretezza a questi nuovi passi, l’architettura ha oggi la responsabilità di costruire la casa con riserve di spazio, per dare flessibilità alla scena primaria della vita, e di comporre nuove urbanità come proiezione all’aperto dello spazio domestico.
Complessità dell'abitare contemporaneo
PUGLIESE, RAFFAELE
2015
Abstract
L’abitare urbano, che rappresenta il più alto livello di organizzazione della vita umana, ripropone oggi, come problema disciplinare dell’architettura, la questione dell’alternativa casa in affitto – casa in proprietà, che aveva alimentato la polemica tra Engels e Proudhon. L’alternativa rappresenta, infatti, un problema nodale rispetto ai concetti di durata e di valore etico e civile della casa, che obbligano a elaborare culturalmente il passaggio dall’alloggio (prodotto della concezione della casa come macchina per abitare) alla casa (luogo della relazione unica e straordinaria tra la persona e lo spazio dell’abitare). Dando concretezza a questi nuovi passi, l’architettura ha oggi la responsabilità di costruire la casa con riserve di spazio, per dare flessibilità alla scena primaria della vita, e di comporre nuove urbanità come proiezione all’aperto dello spazio domestico.File | Dimensione | Formato | |
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