Giorgio Ciucci introduce così il contributo: "la casa rurale, di Maria Teresa Feraboli, è un saggio che, nell’ambito generale della trasformazione del paesaggio agrario fra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, coglie sia il valore sociale della dizione «operai della campagna» (i salariati agricoli) presente in vari manuali di settore pubblicati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, sia il passaggio dalla casa colonica alla casa razionale. È l’intero apparato rurale a essere in quegli anni riconsiderato a partire dagli aspetti tecnico-distributivi, così come sta avvenendo nella residenza urbana. Si sta abbandonando dunque ogni tentazione vernacolare, intesa come falsa e superficiale rappresentazione identitaria dell’architettura rurale, per evidenziare la «razionalità» delle abitazioni contadine la cui «forma naturalmente estetica – scrive Giuseppe Pagano nel libro che accompagna la mostra Architettura rurale italiana del 1936 – è stata inizialmente suggerita dalla risoluzione di una necessità tecnica o funzionale». Il rinnovamento è dunque fondato a partire da quelle forme e in risposta alle nuove esigenze igieniche e funzionali".
La casa rurale
FERABOLI, MARIA TERESA
2012-01-01
Abstract
Giorgio Ciucci introduce così il contributo: "la casa rurale, di Maria Teresa Feraboli, è un saggio che, nell’ambito generale della trasformazione del paesaggio agrario fra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, coglie sia il valore sociale della dizione «operai della campagna» (i salariati agricoli) presente in vari manuali di settore pubblicati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, sia il passaggio dalla casa colonica alla casa razionale. È l’intero apparato rurale a essere in quegli anni riconsiderato a partire dagli aspetti tecnico-distributivi, così come sta avvenendo nella residenza urbana. Si sta abbandonando dunque ogni tentazione vernacolare, intesa come falsa e superficiale rappresentazione identitaria dell’architettura rurale, per evidenziare la «razionalità» delle abitazioni contadine la cui «forma naturalmente estetica – scrive Giuseppe Pagano nel libro che accompagna la mostra Architettura rurale italiana del 1936 – è stata inizialmente suggerita dalla risoluzione di una necessità tecnica o funzionale». Il rinnovamento è dunque fondato a partire da quelle forme e in risposta alle nuove esigenze igieniche e funzionali".File | Dimensione | Formato | |
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