Il saggio è la rielaborazione di una parte della tesi di dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica condotta presso il Politecnico di Torino, con tutor Fulvio Irace e coordinatore Carlo Olmo, intitolata "Edilizia rurale e cultura progettuale a Milano e in Lombardia, dagli anni Trenta al secondo dopoguerra". Il saggio si sofferma su un capitolo strategico dell’architettura italiana del secolo scorso, mettendo a fuoco i rapporti tra edilizia rurale e cultura progettuale nell’arco di circa mezzo secolo e analizza in particolare le relazioni e le ricadute dell'influenza reciproca tra Milano e Cremona soprattutto grazie alle figure di Gio Ponti e del suo allievo Amos Edallo. Il problema della casa rurale, già vivo negli anni Trenta, negli anni Cinquanta si salda al piano nazionale della politica delle abitazioni e dell’abolizione del latifondo: la casa rurale, da variazione tipologica della casa operaia, diventa campo di applicazione di studi e di realizzazioni aventi come ambizioso obiettivo la pianificazione razionale del paesaggio antropizzato e, in taluni casi, anche l’utopia di veri e propri insediamenti organicamente connessi alla dimensione regionale della realtà sociale e produttiva. Il pensiero di Edallo pubblicato da "Stile", le collaborazioni con Gaetano Ciocca, Luigi Mattioni, Augusto Magnaghi e Mario Terzaghi attestano una rete di collaborazioni che da Milano innerva e alimenta il territorio lombardo e in particolare cremonese.
1945-1960. Obiettivo ricostruzione rurale: un intreccio di collaborazioni tra Milano e Cremona
FERABOLI, MARIA TERESA
2012-01-01
Abstract
Il saggio è la rielaborazione di una parte della tesi di dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica condotta presso il Politecnico di Torino, con tutor Fulvio Irace e coordinatore Carlo Olmo, intitolata "Edilizia rurale e cultura progettuale a Milano e in Lombardia, dagli anni Trenta al secondo dopoguerra". Il saggio si sofferma su un capitolo strategico dell’architettura italiana del secolo scorso, mettendo a fuoco i rapporti tra edilizia rurale e cultura progettuale nell’arco di circa mezzo secolo e analizza in particolare le relazioni e le ricadute dell'influenza reciproca tra Milano e Cremona soprattutto grazie alle figure di Gio Ponti e del suo allievo Amos Edallo. Il problema della casa rurale, già vivo negli anni Trenta, negli anni Cinquanta si salda al piano nazionale della politica delle abitazioni e dell’abolizione del latifondo: la casa rurale, da variazione tipologica della casa operaia, diventa campo di applicazione di studi e di realizzazioni aventi come ambizioso obiettivo la pianificazione razionale del paesaggio antropizzato e, in taluni casi, anche l’utopia di veri e propri insediamenti organicamente connessi alla dimensione regionale della realtà sociale e produttiva. Il pensiero di Edallo pubblicato da "Stile", le collaborazioni con Gaetano Ciocca, Luigi Mattioni, Augusto Magnaghi e Mario Terzaghi attestano una rete di collaborazioni che da Milano innerva e alimenta il territorio lombardo e in particolare cremonese.File | Dimensione | Formato | |
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