E tanto più intendo tanto più ignoro, motto di Tommaso Campanella, può servire a spiegare, bene, le virgolette messe attorno alla parola: gioco, ed il suo carattere, ambiguo e contraddittorio, essendo tutto ciò vero tanto nello uso del linguaggio, quanto nella costruzione della scienza. Quanto segue si dipana in alcuni meandri della filosofia analitica, a partire dal positivismo logico, dove molto forte è l’accanirsi contro la metafisica. A riguardo, avendo presente l’uso rinnovato del termine, fatto da giovani filosofi contemporanei, corre il dovere di precisare la sua validità, se significa andare oltre le cose fisiche, con le assunzioni necessarie per pensare e fare scienza. Al contrario, validissimo è il rigetto della metafisica, quando questa voglia dire, come nella tradizione della storia del pensiero, rifarsi a principi primi indiscutibili ed assoluti. Rudolf Carnap e Karl Raimund Popper sono i maggiori esponenti delle scuole filosofiche, prese in esame. La trattazione collega linguaggio e costruzione della scienza, perché una concezione moderna descrive la scienza come un linguaggio, capace di leggere la realtà fisica, dove la complessità della analisi cresce al crescere della complessità della modellazione adottata. Infatti oltre a muoversi liberamente nello spazio, parametrizzato con righe, colonne e pile, è spesso necessario muoversi congiuntamente nel tempo e/o nel cosiddetto spazio delle scale, entrambi parametrizzati con pioli e montanti, a seconda che si permanga ad un dato livello, oppure si passi da un livello ad un altro. Da altra parte, un esempio musicale dà il segno della complessità: le cinque note pentatoniche (la si do re mi fa sol) permettono 720 permutazioni, mentre le dodici note (mettendo insieme i tasti bianchi e neri del pianoforte) permettono 479.001.600 permutazioni e, anche limitandosi alle ventiquattro scale armoniche, maggiori e minori (sulle sette note del clavicembalo ben temperato), il numero di permutazioni è 120.960. In questo contesto, il superamento della empiria fa passare dalla capacità di verificazione alla sola possibilità di falsificazione, dove è possibile dire quello che è errato, ma non è possibile certificare quello che è esatto. Infatti la verità è sempre provvisoria e precaria, valida fino ad una possibile smentita, più o meno prossima, e le costruzioni tecniche, sociali, economiche e politiche sono, sempre e solo, governate dal dubbio ed altrettanto precarie e provvisorie. Infine con un salto notevole di contenuto, ma affatto estraneo alla vita ed alle concezioni dei pensatori (qui già citati e/o citati nel seguito), è davvero difficile, soprattutto in questi tempi così tanto travagliati, separare il parlare alto di ricerca scientifica e tecnologica, nonché di storia della scienza e della tecnica, e di epistemologia, dai casi della vita quotidiana, vari e diversi. Di fronte a tutti questi è davvero difficile scegliere la strada migliore, in ogni caso, ben sapendo come occorra, sempre ed ovunque, il coraggio e lo impegno e talvolta anche la ribellione.

Il gioco della logica tra uso del linguaggio e costruzione della scienza.

MUSSIO, LUIGI;
2014-01-01

Abstract

E tanto più intendo tanto più ignoro, motto di Tommaso Campanella, può servire a spiegare, bene, le virgolette messe attorno alla parola: gioco, ed il suo carattere, ambiguo e contraddittorio, essendo tutto ciò vero tanto nello uso del linguaggio, quanto nella costruzione della scienza. Quanto segue si dipana in alcuni meandri della filosofia analitica, a partire dal positivismo logico, dove molto forte è l’accanirsi contro la metafisica. A riguardo, avendo presente l’uso rinnovato del termine, fatto da giovani filosofi contemporanei, corre il dovere di precisare la sua validità, se significa andare oltre le cose fisiche, con le assunzioni necessarie per pensare e fare scienza. Al contrario, validissimo è il rigetto della metafisica, quando questa voglia dire, come nella tradizione della storia del pensiero, rifarsi a principi primi indiscutibili ed assoluti. Rudolf Carnap e Karl Raimund Popper sono i maggiori esponenti delle scuole filosofiche, prese in esame. La trattazione collega linguaggio e costruzione della scienza, perché una concezione moderna descrive la scienza come un linguaggio, capace di leggere la realtà fisica, dove la complessità della analisi cresce al crescere della complessità della modellazione adottata. Infatti oltre a muoversi liberamente nello spazio, parametrizzato con righe, colonne e pile, è spesso necessario muoversi congiuntamente nel tempo e/o nel cosiddetto spazio delle scale, entrambi parametrizzati con pioli e montanti, a seconda che si permanga ad un dato livello, oppure si passi da un livello ad un altro. Da altra parte, un esempio musicale dà il segno della complessità: le cinque note pentatoniche (la si do re mi fa sol) permettono 720 permutazioni, mentre le dodici note (mettendo insieme i tasti bianchi e neri del pianoforte) permettono 479.001.600 permutazioni e, anche limitandosi alle ventiquattro scale armoniche, maggiori e minori (sulle sette note del clavicembalo ben temperato), il numero di permutazioni è 120.960. In questo contesto, il superamento della empiria fa passare dalla capacità di verificazione alla sola possibilità di falsificazione, dove è possibile dire quello che è errato, ma non è possibile certificare quello che è esatto. Infatti la verità è sempre provvisoria e precaria, valida fino ad una possibile smentita, più o meno prossima, e le costruzioni tecniche, sociali, economiche e politiche sono, sempre e solo, governate dal dubbio ed altrettanto precarie e provvisorie. Infine con un salto notevole di contenuto, ma affatto estraneo alla vita ed alle concezioni dei pensatori (qui già citati e/o citati nel seguito), è davvero difficile, soprattutto in questi tempi così tanto travagliati, separare il parlare alto di ricerca scientifica e tecnologica, nonché di storia della scienza e della tecnica, e di epistemologia, dai casi della vita quotidiana, vari e diversi. Di fronte a tutti questi è davvero difficile scegliere la strada migliore, in ogni caso, ben sapendo come occorra, sempre ed ovunque, il coraggio e lo impegno e talvolta anche la ribellione.
2014
La Geomatica nello incontro con le scienze umane.
9783038370017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/877355
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