Oggetto di ininterrotti interventi trasformazione, il Castello Sforzesco di Milano è oggi ritenuto uno dei simboli della città. Fu edificato dai Visconti a partire dalla metà del 1300. Dopo una parziale demolizione durante l’Aurea Repubblica Ambrosiana (1447), intorno al 1450 fu restaurato e ampliato da Antonio Averlino detto il Filarete, incaricato da Francesco Sforza, divenuto Duca di Milano. Alla fine del 1400 Ludovico il Moro trasformò il castello in una residenza sfarzosa, anche grazie all’apporto di Leonardo da Vinci che contribuì a migliorarne l’aspetto difensivo. Nei secoli successivi il castello ha subito notevoli trasformazioni determinate dalle vicende politiche e soprattutto militari che hanno investito Milano, con l’avvicendarsi di Francesi, Spagnoli e auastriaci. Nel XIX secolo, dopo una fase in cui la struttura rischiò di essere demolita per rendere possibile il prolungamento dell’asse del Sempione sino al Duomo, fu deciso di avviare importanti interventi di restauro e completamento. L’architetto incaricato dei lavori era Luca Beltrami, un consigliere comunale che si era duramente opposto all’ipotesi della demolizione. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1875, Beltrami aveva frequentato l’École nationale des beaux-arts a Parigi. L’interesse per le ricerche d’archivio, che diverranno fondamentali nella sua concezione metodologica del lavoro d’architetto, deriva probabilmente da questa esperienza. Tornato a Milano, Beltrami riuscì a ritagliarsi uno spazio di grande rilievo: titolare, dal 1880, della cattedra di Architettura e geometria descrittiva all’Accademia di Brera, a cui si aggiunse nel 1885 quella di Architettura pratica al Politecnico, si dedicò al restauro di alcuni tra principali monumenti storici italiani. Nel 1895 il Comune acquistò il Castello dalle autorità militari e avviò i lavori di restauro. In sette anni Luca Beltrami cambiò completamente volto al Castello riportandolo agli antichi splendori. Ricostruì anche la Torre del Filarete (esplosa nel 1521) basandosi su opere simili presenti nei castelli viscontei–sforzeschi di Vigevano e Cusago. Le vicende del Castello non erano ancora terminate: nell’agosto del 1943 i bombardieri inglesi colpirono varie parti dell’edificio come la Rocchetta e una parte della Piazza D’Armi. Nuovi lavori di ripristino e l’intervento di restauro e sistemazione della collezione dei Musei del Castello Sforzesco, condotto tra il 1956 e il 1963 dai Bbpr (Lodovico Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers) con l’apporto di Costantino Baroni, riportarono il complesso alle condizioni in cui ancora oggi lo possiamo ammirare.
Castello Sforzesco
PROTASONI, SARA
2013-01-01
Abstract
Oggetto di ininterrotti interventi trasformazione, il Castello Sforzesco di Milano è oggi ritenuto uno dei simboli della città. Fu edificato dai Visconti a partire dalla metà del 1300. Dopo una parziale demolizione durante l’Aurea Repubblica Ambrosiana (1447), intorno al 1450 fu restaurato e ampliato da Antonio Averlino detto il Filarete, incaricato da Francesco Sforza, divenuto Duca di Milano. Alla fine del 1400 Ludovico il Moro trasformò il castello in una residenza sfarzosa, anche grazie all’apporto di Leonardo da Vinci che contribuì a migliorarne l’aspetto difensivo. Nei secoli successivi il castello ha subito notevoli trasformazioni determinate dalle vicende politiche e soprattutto militari che hanno investito Milano, con l’avvicendarsi di Francesi, Spagnoli e auastriaci. Nel XIX secolo, dopo una fase in cui la struttura rischiò di essere demolita per rendere possibile il prolungamento dell’asse del Sempione sino al Duomo, fu deciso di avviare importanti interventi di restauro e completamento. L’architetto incaricato dei lavori era Luca Beltrami, un consigliere comunale che si era duramente opposto all’ipotesi della demolizione. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1875, Beltrami aveva frequentato l’École nationale des beaux-arts a Parigi. L’interesse per le ricerche d’archivio, che diverranno fondamentali nella sua concezione metodologica del lavoro d’architetto, deriva probabilmente da questa esperienza. Tornato a Milano, Beltrami riuscì a ritagliarsi uno spazio di grande rilievo: titolare, dal 1880, della cattedra di Architettura e geometria descrittiva all’Accademia di Brera, a cui si aggiunse nel 1885 quella di Architettura pratica al Politecnico, si dedicò al restauro di alcuni tra principali monumenti storici italiani. Nel 1895 il Comune acquistò il Castello dalle autorità militari e avviò i lavori di restauro. In sette anni Luca Beltrami cambiò completamente volto al Castello riportandolo agli antichi splendori. Ricostruì anche la Torre del Filarete (esplosa nel 1521) basandosi su opere simili presenti nei castelli viscontei–sforzeschi di Vigevano e Cusago. Le vicende del Castello non erano ancora terminate: nell’agosto del 1943 i bombardieri inglesi colpirono varie parti dell’edificio come la Rocchetta e una parte della Piazza D’Armi. Nuovi lavori di ripristino e l’intervento di restauro e sistemazione della collezione dei Musei del Castello Sforzesco, condotto tra il 1956 e il 1963 dai Bbpr (Lodovico Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers) con l’apporto di Costantino Baroni, riportarono il complesso alle condizioni in cui ancora oggi lo possiamo ammirare.File | Dimensione | Formato | |
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