La prima radicale trasformazione del centro di Milano, con l’apertura di via Dante e della piazza ellittica del Cordusio, tra il 1887 e il 1893 rappresenta uno degli episodi più interessanti nella storia della città. In esso s’intrecciano le complesse vicende del primo piano regolatore di Milano, redatto da Cesare Beruto nel 1884 e approvato dagli organi centrali nel 1889, insieme a quelle della drammatica crisi finanziaria ed edilizia di fine anni Ottanta che, scoppiata a Roma, si propagò rapidamente nelle città più investite da ampi programmi di rinnovamento edilizio, come Milano. Attraverso alcune vivide pagine del memoriale dell’architetto Luigi Broggi, testimone e attore in prima persona di quelle vicende urbane, è possibile ricostruire il “clima” socio-politico all’interno del quale il centro milanese fu radicalmente trasformato con uno degli interventi architettonici e urbani più qualificati dell’Italia umbertina; e attraverso alcuni stralci del dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro, che proprio in quegli stessi anni le organizzazioni sindacali avevano posto all’ordine del giorno, è anche possibile ricostruire un quadro sintetico delle condizioni di lavoro nel cantiere e dell’edilizia milanese, attraverso cui quelle trasformazioni della città furono realizzate.
Intorno a via Dante e la costruzione del decoro urbano nella Milano umbertina, tra miraggi di ricchezze, tradizionalismi, e suicidi
CASTELLANO, ALDO
2014-01-01
Abstract
La prima radicale trasformazione del centro di Milano, con l’apertura di via Dante e della piazza ellittica del Cordusio, tra il 1887 e il 1893 rappresenta uno degli episodi più interessanti nella storia della città. In esso s’intrecciano le complesse vicende del primo piano regolatore di Milano, redatto da Cesare Beruto nel 1884 e approvato dagli organi centrali nel 1889, insieme a quelle della drammatica crisi finanziaria ed edilizia di fine anni Ottanta che, scoppiata a Roma, si propagò rapidamente nelle città più investite da ampi programmi di rinnovamento edilizio, come Milano. Attraverso alcune vivide pagine del memoriale dell’architetto Luigi Broggi, testimone e attore in prima persona di quelle vicende urbane, è possibile ricostruire il “clima” socio-politico all’interno del quale il centro milanese fu radicalmente trasformato con uno degli interventi architettonici e urbani più qualificati dell’Italia umbertina; e attraverso alcuni stralci del dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro, che proprio in quegli stessi anni le organizzazioni sindacali avevano posto all’ordine del giorno, è anche possibile ricostruire un quadro sintetico delle condizioni di lavoro nel cantiere e dell’edilizia milanese, attraverso cui quelle trasformazioni della città furono realizzate.File | Dimensione | Formato | |
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