Nell’ambito della disciplina del progetto di allestimento, si può legittimamente intendere come superato il principio acromatico della white box che, intorno agli anni Settanta, veniva assunto come una sorta di “necessario imperativo” per la corretta esposizione di opere artistiche, liberate così, si riteneva, da ogni possibile interferenza “altra” e rese disponibili nel loro valore di atti creativi assoluti (e per questo comprensibili, appunto, solo all’interno di uno spazio reso neutro e quindi trasfigurato in una matrice di universalità senza tempo e senza luogo)1. Oggi il bianco assoluto dello spazio espositivo rappresenta solo una delle possibili opzioni (curiosamente ancora preferita negli ambiti istituzionalizzati dei grandi brand museali dedicati all’arte moderna e contemporanea e delle gallerie commerciali, in una sorta di circuito di autoalimentazione del plusvalore patrimoniale dell’arte come pura merce di investimento economico)2, mentre il ritorno alla configurazione di situazioni narrative ed emozionali che rendano accessibile, sorreggano e caratterizzino gli eventi “messi in mostra”, propone un uso intenso e poliedrico del colore.
Il colore allestito
BORSOTTI, MARCO
2013-01-01
Abstract
Nell’ambito della disciplina del progetto di allestimento, si può legittimamente intendere come superato il principio acromatico della white box che, intorno agli anni Settanta, veniva assunto come una sorta di “necessario imperativo” per la corretta esposizione di opere artistiche, liberate così, si riteneva, da ogni possibile interferenza “altra” e rese disponibili nel loro valore di atti creativi assoluti (e per questo comprensibili, appunto, solo all’interno di uno spazio reso neutro e quindi trasfigurato in una matrice di universalità senza tempo e senza luogo)1. Oggi il bianco assoluto dello spazio espositivo rappresenta solo una delle possibili opzioni (curiosamente ancora preferita negli ambiti istituzionalizzati dei grandi brand museali dedicati all’arte moderna e contemporanea e delle gallerie commerciali, in una sorta di circuito di autoalimentazione del plusvalore patrimoniale dell’arte come pura merce di investimento economico)2, mentre il ritorno alla configurazione di situazioni narrative ed emozionali che rendano accessibile, sorreggano e caratterizzino gli eventi “messi in mostra”, propone un uso intenso e poliedrico del colore.File | Dimensione | Formato | |
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