A Milano diversi casi di dismissione e riuso sono caratterizzati dall’insediamento di attività legate alla cosiddetta industria creativa. Le ragioni alla base di tale riconversione sono diverse: la presenza diffusa di manufatti dismessi di medie dimensioni e la loro disponibilità sul mercato; il ruolo propulsore dell’iniziativa privata che ha funzionato da innesco; le aporie degli strumenti urbanistici che hanno permesso di insediare facilmente questo genere di attività in ex zone industriali. In alcune zone il processo è stato di vero e proprio “addensamento” di questo genere di attività legate all’industria creativa. Tali addensamenti hanno costituito “nuove centralità”, perché queste presenze si sono rese capaci in alcuni momenti dell’anno - ricorrenti e sempre più rilevanti nell’economia e nella vita urbana milanese - di aprire i propri spazi e accogliere popolazioni diverse; parallelamente però si tratta di centralità “a tempo” perché le trasformazioni che le hanno generate – prevalentemente d’iniziativa privata, tutte interne ai manufatti trasformati, esito di una sommatoria di interventi al di fuori di una regia o di una visione della città - spesso stentano a produrre effetti permanenti sulla natura e la qualità dello spazio pubblico al di fuori della dimensione stra-ordinaria dell’evento. La relazione tra trasformazioni di questo tipo, i loro effetti urbani e “di luogo” e la capacità del pubblico di inserirsi ed eventualmente orientare processi per valorizzare i benefici pubblici lasciano intravvedere nel caso milanese delle opportunità non colte. Alcuni quartieri milanesi - Tortona, Ventura, Milano sud-est in particolare- negli ultimi anni, hanno subito processi di rigenerazione urbana legati all’insediamento di produzione creativa - arte, design e moda principalmente. Pur nelle differenze dei casi essi rappresentano un campionario di situazioni utili a osservare non solo processi di rigenerazione di iniziativa prevalentemente privata, forme di auto-riconoscimento e branding fortemente radicati ai luoghi, processi incrementali avvenuti al di fuori di logiche pianificate, ma anche analoghe tendenze di contemporanea apertura e di chiusura nei confronti dello spazio pubblico. I casi citati consentono di osservare in maniera critica la relazione tra processi di rigenerazione urbana, qualità dello spazio pubblico, dimensione ordinaria e visione della città, suggerendo temi per le politiche pubbliche. Non è un tema nuovo, tuttavia assume un peso rilevante se si pensa all’attrattività che tali addensamenti di attività creative riescono a esercitare, alle potenzialità che riescono a esprimere e, per contro, al ruolo talvolta debole o assente che il pubblico riveste in queste situazioni.

Centralità a tempo. Industria creativa, trasformazioni urbane e spazio pubblico a Milano

BRUZZESE, MARIA ANTONELLA
2013-01-01

Abstract

A Milano diversi casi di dismissione e riuso sono caratterizzati dall’insediamento di attività legate alla cosiddetta industria creativa. Le ragioni alla base di tale riconversione sono diverse: la presenza diffusa di manufatti dismessi di medie dimensioni e la loro disponibilità sul mercato; il ruolo propulsore dell’iniziativa privata che ha funzionato da innesco; le aporie degli strumenti urbanistici che hanno permesso di insediare facilmente questo genere di attività in ex zone industriali. In alcune zone il processo è stato di vero e proprio “addensamento” di questo genere di attività legate all’industria creativa. Tali addensamenti hanno costituito “nuove centralità”, perché queste presenze si sono rese capaci in alcuni momenti dell’anno - ricorrenti e sempre più rilevanti nell’economia e nella vita urbana milanese - di aprire i propri spazi e accogliere popolazioni diverse; parallelamente però si tratta di centralità “a tempo” perché le trasformazioni che le hanno generate – prevalentemente d’iniziativa privata, tutte interne ai manufatti trasformati, esito di una sommatoria di interventi al di fuori di una regia o di una visione della città - spesso stentano a produrre effetti permanenti sulla natura e la qualità dello spazio pubblico al di fuori della dimensione stra-ordinaria dell’evento. La relazione tra trasformazioni di questo tipo, i loro effetti urbani e “di luogo” e la capacità del pubblico di inserirsi ed eventualmente orientare processi per valorizzare i benefici pubblici lasciano intravvedere nel caso milanese delle opportunità non colte. Alcuni quartieri milanesi - Tortona, Ventura, Milano sud-est in particolare- negli ultimi anni, hanno subito processi di rigenerazione urbana legati all’insediamento di produzione creativa - arte, design e moda principalmente. Pur nelle differenze dei casi essi rappresentano un campionario di situazioni utili a osservare non solo processi di rigenerazione di iniziativa prevalentemente privata, forme di auto-riconoscimento e branding fortemente radicati ai luoghi, processi incrementali avvenuti al di fuori di logiche pianificate, ma anche analoghe tendenze di contemporanea apertura e di chiusura nei confronti dello spazio pubblico. I casi citati consentono di osservare in maniera critica la relazione tra processi di rigenerazione urbana, qualità dello spazio pubblico, dimensione ordinaria e visione della città, suggerendo temi per le politiche pubbliche. Non è un tema nuovo, tuttavia assume un peso rilevante se si pensa all’attrattività che tali addensamenti di attività creative riescono a esercitare, alle potenzialità che riescono a esprimere e, per contro, al ruolo talvolta debole o assente che il pubblico riveste in queste situazioni.
2013
industrie creative e culturali; trasformazioni urbane; Temporaneità; spazio pubblico
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