In un ricorrente intreccio tra i temi connessi ai processi di rigenerazione produttiva, architettonica e paesaggistica delle aree industriali in disuso o sottoutilizzate, il libro raccoglie alcune esplorazioni progettuali sull’area di Nera Montoro nel bacino ternano. Nella concreta esperienza di ricerca scientifica applicata che si presenta, emerge la reale necessità della pratica architettonica e della sua azione di modificazione e trasformazione dei luoghi. Si propongono possibili strategie di riqualificazione di fragili paesaggi danneggiati, di ambiti industriali ambientalmente e fisicamente compromessi, di singoli manufatti in disuso espressione della memoria produttiva. Il filo conduttore dei progetti si alimenta dell’idea che anche nelle aree dell’industria pesante, nei luoghi delle lavorazioni e delle produzioni chimiche, caratterizzati da impianti, canalizzazioni aeree, ciminiere, capannoni, binari abbandonati, tettoie, depositi, serbatoi, container, silos, vasche e scarti, sia possibile operare una selezione dei materiali capace di rimettere a sistema le parti. Il passaggio dal disordine insediativo generale caratterizzante l’assetto, al riconoscimento dei punti di forza e della memoria dei luoghi, verso l’elaborazione di strategie di rigenerazione fisica e spaziale, passa attraverso il complesso processo progettuale. Esso controlla e prospetta nuovi scenari capaci di identificare gerarchie, differenze e nuove identità, mediante il disegno del suolo, la ridefinizione delle collimazioni visuali, delle relazioni col paesaggio, del rapporto reciproco tra i volumi, gli impianti e i materiali eterogenei degli spazi della produzione.
Fabbrica e Natura. Il caso di Nera Montoro tra energia e paesaggio
COPPETTI, BARBARA;MAGLIO, SANDRA;TOGNON, ALISIA
2013-01-01
Abstract
In un ricorrente intreccio tra i temi connessi ai processi di rigenerazione produttiva, architettonica e paesaggistica delle aree industriali in disuso o sottoutilizzate, il libro raccoglie alcune esplorazioni progettuali sull’area di Nera Montoro nel bacino ternano. Nella concreta esperienza di ricerca scientifica applicata che si presenta, emerge la reale necessità della pratica architettonica e della sua azione di modificazione e trasformazione dei luoghi. Si propongono possibili strategie di riqualificazione di fragili paesaggi danneggiati, di ambiti industriali ambientalmente e fisicamente compromessi, di singoli manufatti in disuso espressione della memoria produttiva. Il filo conduttore dei progetti si alimenta dell’idea che anche nelle aree dell’industria pesante, nei luoghi delle lavorazioni e delle produzioni chimiche, caratterizzati da impianti, canalizzazioni aeree, ciminiere, capannoni, binari abbandonati, tettoie, depositi, serbatoi, container, silos, vasche e scarti, sia possibile operare una selezione dei materiali capace di rimettere a sistema le parti. Il passaggio dal disordine insediativo generale caratterizzante l’assetto, al riconoscimento dei punti di forza e della memoria dei luoghi, verso l’elaborazione di strategie di rigenerazione fisica e spaziale, passa attraverso il complesso processo progettuale. Esso controlla e prospetta nuovi scenari capaci di identificare gerarchie, differenze e nuove identità, mediante il disegno del suolo, la ridefinizione delle collimazioni visuali, delle relazioni col paesaggio, del rapporto reciproco tra i volumi, gli impianti e i materiali eterogenei degli spazi della produzione.File | Dimensione | Formato | |
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