La Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (Parigi 1972) sancisce che i beni culturali materiali e immateriali di valore universale eccezionale debbano essere riconosciuti come patrimonio dell’umanità e pertanto tutelati e valorizzati. Le società, soprattutto quelle del mondo occidentale, sono molto cambiate nei quarant’anni che ci separano da quella prima formulazione, e hanno altresì trasformato il senso e le modalità, i processi e gli eventi culturali. In particolare l’accesso alle tecnologie digitali ha reso più labili i confini tra “cultura alta” e “bassa” inaugurando nuovi fenomeni di industria culturale e di turismo. Sullo sfondo di queste problematiche, il paper si propone di mettere a fuoco e di sviluppare il ruolo delle tecniche di rappresentazione e comunicazione nel processo di candidatura Unesco, riferendosi a un recente caso studio italiano, il paesaggio naturale e culturale delle Dolomiti. The World Heritage Convention of UNESCO (Paris, 1972) states that the tangible and intangible cultural heritage of outstanding universal value should be recognized as a World Heritage Site and therefore protected and valued. Societies, especially those in the western world, have changed in the forty years that separate us from the first formulation, and they have also transformed the meaning and the methods, the processes and cultural events. In particular, access to digital technologies has made increasingly blurred the boundaries between “high” and “low” culture, inaugurating new phenomena of cultural industry and tourism. In the background of these issues, the paper aims to focus on and develop the role of the techniques of representation and communication in the application process Unesco, referring to a recent Italian case study, the natural and cultural landscape of the Dolomites.
I siti Unesco nella società della conoscenza.Il caso delle Dolomiti The Unesco Sites in the knowledge society. The case of the Dolomites
SALERNO, ROSSELLA
2013-01-01
Abstract
La Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (Parigi 1972) sancisce che i beni culturali materiali e immateriali di valore universale eccezionale debbano essere riconosciuti come patrimonio dell’umanità e pertanto tutelati e valorizzati. Le società, soprattutto quelle del mondo occidentale, sono molto cambiate nei quarant’anni che ci separano da quella prima formulazione, e hanno altresì trasformato il senso e le modalità, i processi e gli eventi culturali. In particolare l’accesso alle tecnologie digitali ha reso più labili i confini tra “cultura alta” e “bassa” inaugurando nuovi fenomeni di industria culturale e di turismo. Sullo sfondo di queste problematiche, il paper si propone di mettere a fuoco e di sviluppare il ruolo delle tecniche di rappresentazione e comunicazione nel processo di candidatura Unesco, riferendosi a un recente caso studio italiano, il paesaggio naturale e culturale delle Dolomiti. The World Heritage Convention of UNESCO (Paris, 1972) states that the tangible and intangible cultural heritage of outstanding universal value should be recognized as a World Heritage Site and therefore protected and valued. Societies, especially those in the western world, have changed in the forty years that separate us from the first formulation, and they have also transformed the meaning and the methods, the processes and cultural events. In particular, access to digital technologies has made increasingly blurred the boundaries between “high” and “low” culture, inaugurating new phenomena of cultural industry and tourism. In the background of these issues, the paper aims to focus on and develop the role of the techniques of representation and communication in the application process Unesco, referring to a recent Italian case study, the natural and cultural landscape of the Dolomites.File | Dimensione | Formato | |
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