Per lo studioso e il visitatore occidentale Marrakech rappresenta una sfida: comprenderne l’ordine latente, svelarla e leggerla, attraverso e oltre le retoriche e l’esperienza sensibile, è una affascinante avventura intellettuale. Marrakech è una città di stridenti contrasti che si potrebbe descrivere per antinomie: caos e quiete, etereo e massiccio, luce e ombra, locale e globale, miseria e lusso. Se la medina - l’antica città murata, di fondazione medioevale - seduce e ci confonde, bistrattando i nostri sensi con una straordinaria sollecitazione, la ville nouvelle di fondazione coloniale, e la sua inesorabile trasformazione, ci induce a interrogarci sul suo futuro. Esiste una via islamica per la costruzione della città contemporanea, che rifugga da tentazioni vernacolari o postmoderne e non rinunci ai valori spaziali depositati in una peculiare e millenaria cultura dell’abitare? Esiste un modello per lo sviluppo urbano alternativo a quello occidentale? Per capirne di più, abbiamo voluto mettere alla prova i nostri strumenti conoscitivi e le nostre categorie interpretative a confronto con un oggetto di studio tanto estraneo alla nostra formazione, quanto straordinariamente stimolante. All’abbondanza della letteratura odeporica non corrisponde purtroppo una pari ricchezza di studi analitici o storici. Alcuni contributi sono stati fondamentali e illuminanti; da lì siamo partiti. Con il rilievo, il disegno, la mappatura, la fotografia e il progetto abbiamo ingaggiato il nostro “corpo a corpo” con l’inestricabile labirinto della medina, dove i consueti dispositivi percettivi di decifrazione delle gerarchie urbane risultano spuntati, se non del tutto inadeguati. Qui, con apparente casualità e indifferenza, la città si offre caotica, ingannevole; un groviglio inestricabile di strade e vicoli ciechi, di permeabilità nascoste, con il raro conforto di uno slargo o di un elemento decisamente riconoscibile tra gli altri. La medina è un moltiplicatore di déjà vu: scorci, angoli, dettagli che sembra di aver già incontrato e che invece sono del tutto nuovi. Il suo elemento base - la casa a patio marocchina, il dar o il riyad - si moltiplica, si aggrega, si espande, si comprime, si articola in una straordinaria varietà di soluzioni, sempre rigorosamente fedeli ai principi fondamentali dell’organismo. La raccolta dei casi studio che conclude il volume intende rendere conto della comprensione di questi principi spaziali e dell’esuberanza della loro declinazione per adattarsi alle condizioni date. Sulla città nuova ci siamo esercitati a cogliere il sistema delle relazioni urbane e delle interdipendenze, a documentare le tendenze insediative in atto e a comprendere le palesi criticità delle trasformazioni recenti e in corso. Il libro restituisce gli esiti di questa sfida, alla ricerca di una possibile continuazione dell’incantevole racconto urbano di Marrakech.

Marrakech, o dello spazio celato

MONTEDORO, LAURA;MELOTTO, BRUNO
2013-01-01

Abstract

Per lo studioso e il visitatore occidentale Marrakech rappresenta una sfida: comprenderne l’ordine latente, svelarla e leggerla, attraverso e oltre le retoriche e l’esperienza sensibile, è una affascinante avventura intellettuale. Marrakech è una città di stridenti contrasti che si potrebbe descrivere per antinomie: caos e quiete, etereo e massiccio, luce e ombra, locale e globale, miseria e lusso. Se la medina - l’antica città murata, di fondazione medioevale - seduce e ci confonde, bistrattando i nostri sensi con una straordinaria sollecitazione, la ville nouvelle di fondazione coloniale, e la sua inesorabile trasformazione, ci induce a interrogarci sul suo futuro. Esiste una via islamica per la costruzione della città contemporanea, che rifugga da tentazioni vernacolari o postmoderne e non rinunci ai valori spaziali depositati in una peculiare e millenaria cultura dell’abitare? Esiste un modello per lo sviluppo urbano alternativo a quello occidentale? Per capirne di più, abbiamo voluto mettere alla prova i nostri strumenti conoscitivi e le nostre categorie interpretative a confronto con un oggetto di studio tanto estraneo alla nostra formazione, quanto straordinariamente stimolante. All’abbondanza della letteratura odeporica non corrisponde purtroppo una pari ricchezza di studi analitici o storici. Alcuni contributi sono stati fondamentali e illuminanti; da lì siamo partiti. Con il rilievo, il disegno, la mappatura, la fotografia e il progetto abbiamo ingaggiato il nostro “corpo a corpo” con l’inestricabile labirinto della medina, dove i consueti dispositivi percettivi di decifrazione delle gerarchie urbane risultano spuntati, se non del tutto inadeguati. Qui, con apparente casualità e indifferenza, la città si offre caotica, ingannevole; un groviglio inestricabile di strade e vicoli ciechi, di permeabilità nascoste, con il raro conforto di uno slargo o di un elemento decisamente riconoscibile tra gli altri. La medina è un moltiplicatore di déjà vu: scorci, angoli, dettagli che sembra di aver già incontrato e che invece sono del tutto nuovi. Il suo elemento base - la casa a patio marocchina, il dar o il riyad - si moltiplica, si aggrega, si espande, si comprime, si articola in una straordinaria varietà di soluzioni, sempre rigorosamente fedeli ai principi fondamentali dell’organismo. La raccolta dei casi studio che conclude il volume intende rendere conto della comprensione di questi principi spaziali e dell’esuberanza della loro declinazione per adattarsi alle condizioni date. Sulla città nuova ci siamo esercitati a cogliere il sistema delle relazioni urbane e delle interdipendenze, a documentare le tendenze insediative in atto e a comprendere le palesi criticità delle trasformazioni recenti e in corso. Il libro restituisce gli esiti di questa sfida, alla ricerca di una possibile continuazione dell’incantevole racconto urbano di Marrakech.
2013
Maggioli
9788838762925
Marrakech; spazio urbano; città islamica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/761432
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