Sulle spalle di giganti affronta il progetto di comprendere quale ruolo abbiano avuto, nella felice e feconda formulazione degli anni ‘60 e nella successiva affermazione della pianificazione ambientale, autori ed esperienze che hanno contribuito ad assegnare alla natura rilievo nella tradizione architettonica e urbanistica statunitense. Il libro è un’investigazione dei plurali passati della pianificazione ambientale che riconosce, all’atteggiamento di conciliazione responsabile della dimensione intenzionale del piano con i valori ecologici, culturali ed estetici, tre principali matrici di origine. La tradizione della landscape architecture, le proposte di “gestione saggia” e di “conservazione” del vasto public domain e l’impegno regionalista della Regional Planning Association of America, sono qui osservate attraverso i contributi dei protagonisti della ricerca del «posto per la natura nella città dell’uomo e del posto dell’uomo nella natura». Thomas Jefferson, Frederick Law Olmsted, George Perkins Marsh e Lewis Mumford sono, insieme ad altri minori solo nella conoscenza diffusa, i principali testimoni del radicamento dei principi della pianificazione ambientale nella cultura, non solo urbanistica, statunitense. Questi sono i giganti dalle cui spalle, gravi di successi ma anche di errori, è possibile guardare più oltre sulla strada dello sviluppo di una attività teorica e professionale che oggi si impone come irrinunciabile.
Sulle spalle di giganti. Le matrici della pianificazione ambientale negli Stati Uniti
PALAZZO, DANILO
1997-01-01
Abstract
Sulle spalle di giganti affronta il progetto di comprendere quale ruolo abbiano avuto, nella felice e feconda formulazione degli anni ‘60 e nella successiva affermazione della pianificazione ambientale, autori ed esperienze che hanno contribuito ad assegnare alla natura rilievo nella tradizione architettonica e urbanistica statunitense. Il libro è un’investigazione dei plurali passati della pianificazione ambientale che riconosce, all’atteggiamento di conciliazione responsabile della dimensione intenzionale del piano con i valori ecologici, culturali ed estetici, tre principali matrici di origine. La tradizione della landscape architecture, le proposte di “gestione saggia” e di “conservazione” del vasto public domain e l’impegno regionalista della Regional Planning Association of America, sono qui osservate attraverso i contributi dei protagonisti della ricerca del «posto per la natura nella città dell’uomo e del posto dell’uomo nella natura». Thomas Jefferson, Frederick Law Olmsted, George Perkins Marsh e Lewis Mumford sono, insieme ad altri minori solo nella conoscenza diffusa, i principali testimoni del radicamento dei principi della pianificazione ambientale nella cultura, non solo urbanistica, statunitense. Questi sono i giganti dalle cui spalle, gravi di successi ma anche di errori, è possibile guardare più oltre sulla strada dello sviluppo di una attività teorica e professionale che oggi si impone come irrinunciabile.File | Dimensione | Formato | |
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