L'intervento proposto intende indagare il tema della casa e dell'abitare in relazione alle attuali condizioni globali e alla nuova domanda e dimensione dell'abitare. La domanda di abitazione oggi riflette, anche e soprattutto, il sostanziale cambiamento sociale. Le composizioni famigliari sono in continua evoluzione: alla struttura tradizionale si affiancano nuovi modelli e nuove forme di convivenza, ma anche differenti culture e appartenenze etniche. I profondi cambiamenti sociali si coniugano quindi con una concezione e interpretazione dell'abitare necessariamente più mutevole e meno univocamente determinata. Il patrimonio edilizio di cui disponiamo, flagellato anche da un degrado che ne rende insostenibili i costi di manutenzione, non offre una risposta alle odierne esigenze abitative, sensibilmente differenti da quelle per cui gli edifici sono stati costruiti. Il progetto della casa è oggi assoggettato al rispetto di vincoli normativi che si basano su un rigido controllo delle superfici d'uso. Questa pratica progettuale porta alla costruzione di case (di edilizia economica come di edilizia privata) di dimensioni significativamente contenute, con "spazialità rigide", poco flessibili e sempre meno rispondenti alle necessità mutevoli della vita contemporanea. La casa rappresenta il riparo fisico e spirituale dove origina ogni ricordo e dove si ambientano quelle relazioni che incrementano la difesa del nucleo famigliare. La composizione dello spazio dell'abitazione quindi racchiude in se una promessa di felicità che troppo spesso viene univocamente indirizzata al controllo della sua efficienza bidimensionale in pianta. Standards e normative sviliscono il progetto dello spazio, esso non è più il risultato del comporre con arte ma traduce il rispetto di vincoli ed è espressione di aggregazioni funzionali. In questo testo si intende dunque proporre una riflessione che indaghi il passaggio dal concetto di alloggio (habitat standardizzato) a quello di abitazione (luogo della vita interiore e dello stare) muovendo dall'ipotesi della necessità, anche per il nostro Paese, di incrementare la qualità degli spazi dell'abitare attraverso definizioni formali coerenti con innovazioni tipologiche e tecnologiche e rispondenti alle precisazioni di ogni abitante. Il quadro di riferimento entro cui muoveranno le riflessioni critiche proposte saranno alcune recenti realizzazioni europee di housing sociale e i progetti partecipanti ai concorsi indetti dalla Fondazione Housing Sociale a Milano nel gennaio 2010.
Dall'alloggio all'abitazione. Riflessioni sullo spazio dell'abitare contemporaneo
BERGO, CRISTINA
2012-01-01
Abstract
L'intervento proposto intende indagare il tema della casa e dell'abitare in relazione alle attuali condizioni globali e alla nuova domanda e dimensione dell'abitare. La domanda di abitazione oggi riflette, anche e soprattutto, il sostanziale cambiamento sociale. Le composizioni famigliari sono in continua evoluzione: alla struttura tradizionale si affiancano nuovi modelli e nuove forme di convivenza, ma anche differenti culture e appartenenze etniche. I profondi cambiamenti sociali si coniugano quindi con una concezione e interpretazione dell'abitare necessariamente più mutevole e meno univocamente determinata. Il patrimonio edilizio di cui disponiamo, flagellato anche da un degrado che ne rende insostenibili i costi di manutenzione, non offre una risposta alle odierne esigenze abitative, sensibilmente differenti da quelle per cui gli edifici sono stati costruiti. Il progetto della casa è oggi assoggettato al rispetto di vincoli normativi che si basano su un rigido controllo delle superfici d'uso. Questa pratica progettuale porta alla costruzione di case (di edilizia economica come di edilizia privata) di dimensioni significativamente contenute, con "spazialità rigide", poco flessibili e sempre meno rispondenti alle necessità mutevoli della vita contemporanea. La casa rappresenta il riparo fisico e spirituale dove origina ogni ricordo e dove si ambientano quelle relazioni che incrementano la difesa del nucleo famigliare. La composizione dello spazio dell'abitazione quindi racchiude in se una promessa di felicità che troppo spesso viene univocamente indirizzata al controllo della sua efficienza bidimensionale in pianta. Standards e normative sviliscono il progetto dello spazio, esso non è più il risultato del comporre con arte ma traduce il rispetto di vincoli ed è espressione di aggregazioni funzionali. In questo testo si intende dunque proporre una riflessione che indaghi il passaggio dal concetto di alloggio (habitat standardizzato) a quello di abitazione (luogo della vita interiore e dello stare) muovendo dall'ipotesi della necessità, anche per il nostro Paese, di incrementare la qualità degli spazi dell'abitare attraverso definizioni formali coerenti con innovazioni tipologiche e tecnologiche e rispondenti alle precisazioni di ogni abitante. Il quadro di riferimento entro cui muoveranno le riflessioni critiche proposte saranno alcune recenti realizzazioni europee di housing sociale e i progetti partecipanti ai concorsi indetti dalla Fondazione Housing Sociale a Milano nel gennaio 2010.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.