L’ossimoro: una persona definita nomade ma che di fatto è residente sintetizza l’ipocrisia e la disinformazione che caratterizzano un problema la cui soluzione assume il carattere di emergenza: sono definiti nomadi così sono “costretti” a muoversi e spostarsi. Il tema del Laboratorio di Progettazione Architettonica I tenuto presso la Scuola di Architettura e Società, Politecnico di Milano, A.A. 2011-2012, è costituito dalla progettazione di abitazioni temporanee per “nomadi” dotate di edifici e spazi comuni. I progetti sono collocati in un contesto reale e preciso individuato in un’area limitrofa alla sede del CeAS nelle vicinanze di Milano, al Parco Lambro. In tal senso la progettazione delle citate abitazioni è frutto di esigenze specifiche dettate dalla particolare tipologia di residenti e ha dovuto inoltre tenere conto della complessità relativa al rapporto con il contesto (reale e metaforico) e con la morfologia urbana, alle caratteristiche tipologiche, costruttive, spaziali, materiche, dal particolare al generale e viceversa; elementi che articolano la formazione della metodologia compositiva. Un tema apparentemente semplice quale il progetto di una serie di alloggi e servizi collettivi – in realtà una sorta di villaggio complesso – si è trasformato in un’occasione finalizzata a comprendere la complessità sottesa sia al progetto di architettura che a particolari esigenze sociali e politiche. Il testo sintetizza i problemi relativi alla presenza dei “nomadi” a Milano, descrive la struttura e le finalità del CeAS, analizza la storia e la situazione attuale del contesto e del territorio limitrofo, espone le caratteristiche richieste relative alla residenza e ai servizi collettivi dell’insediamento, presenta i progetti degli studenti del corso e propone una scelta di progetti di abitazioni e di residenze collettive quale riferimento progettuale.

La casa dell'ossimoro. Abitazioni per i "nomadi residenti". Appunti per un Laboratorio di Progettazione Architettonica 1

PRINA, VITTORIO
2012-01-01

Abstract

L’ossimoro: una persona definita nomade ma che di fatto è residente sintetizza l’ipocrisia e la disinformazione che caratterizzano un problema la cui soluzione assume il carattere di emergenza: sono definiti nomadi così sono “costretti” a muoversi e spostarsi. Il tema del Laboratorio di Progettazione Architettonica I tenuto presso la Scuola di Architettura e Società, Politecnico di Milano, A.A. 2011-2012, è costituito dalla progettazione di abitazioni temporanee per “nomadi” dotate di edifici e spazi comuni. I progetti sono collocati in un contesto reale e preciso individuato in un’area limitrofa alla sede del CeAS nelle vicinanze di Milano, al Parco Lambro. In tal senso la progettazione delle citate abitazioni è frutto di esigenze specifiche dettate dalla particolare tipologia di residenti e ha dovuto inoltre tenere conto della complessità relativa al rapporto con il contesto (reale e metaforico) e con la morfologia urbana, alle caratteristiche tipologiche, costruttive, spaziali, materiche, dal particolare al generale e viceversa; elementi che articolano la formazione della metodologia compositiva. Un tema apparentemente semplice quale il progetto di una serie di alloggi e servizi collettivi – in realtà una sorta di villaggio complesso – si è trasformato in un’occasione finalizzata a comprendere la complessità sottesa sia al progetto di architettura che a particolari esigenze sociali e politiche. Il testo sintetizza i problemi relativi alla presenza dei “nomadi” a Milano, descrive la struttura e le finalità del CeAS, analizza la storia e la situazione attuale del contesto e del territorio limitrofo, espone le caratteristiche richieste relative alla residenza e ai servizi collettivi dell’insediamento, presenta i progetti degli studenti del corso e propone una scelta di progetti di abitazioni e di residenze collettive quale riferimento progettuale.
2012
Maggioli
9788838761833
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/699543
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