La metodologia di indagine utilizzata per il Torrazzo è nata da un’attenta osservazione di fenomeni di danno nel tempo di tipo strutturale tali da suggerire un intervento in tempi brevi. Infatti si tratta della torre campanaria medievale più alta d’Europa, la cui costruzione è iniziata pare intorno al 1247 e non sottoposta a manutenzione per tempi lunghi (l’ultimo intervento è stato eseguito dalla Soprintendenza nel 1977). Il crollo improvviso della Torre Civica di Pavia avvenuto il 17 marzo del 1989 ed i risultati delle indagini condotte allo scopo di trovarne la causa, hanno messo in evidenza un comportamento dipendente dal tempo della muratura sottoposta ad elevati sforzi di compressione, che può portare in tempi anche molto lunghi al collasso parziale o totale della struttura. L’ipotesi è stata confermata da molteplici prove di laboratorio che hanno mostrato chiaramente come il fenomeno, tipico dei materiali porosi (calcestruzzi induriti, rocce tenere, ecc.), sia legato all’insorgere di deformazioni che possono aumentare a carico costante seguendo un comportamento detto di creep (o viscosità) primario, secondario e terziario. Mentre la prima e seconda fase di tale comportamento possono tendere all’esaurimento in tempi più o meno lunghi, la terza fase porta in tempi rapidi fatalmente al collasso. Se nel caso dei calcestruzzi o di rocce dure il fenomeno avviene per valori di sforzo molto elevati (all’80% circa del valore di rottura), Binda et al., [hanno trovato sperimentalmente che nella muratura la viscosità secondaria si può generare intorno al 40-50% del valore di rottura del materiale. Indagini condotte su varie torri, in particolare sul Campanile del Duomo di Monza, hanno dimostrato che in certi casi il fenomeno è già in atto ed è quindi richiesto un intervento per arginarlo e cancellare o ritardare il più possibile gli effetti.
Indagini, modellazione numerica e monitoraggio per la diagnosi
BINDA, LUIGIA;CONDOLEO, PAOLA;MIRABELLA ROBERTI, GIULIO;POGGI, CARLO;SAISI, ANTONELLA ELIDE;TONGINI FOLLI, ROBERTA;ZANZI, LUIGI
2012-01-01
Abstract
La metodologia di indagine utilizzata per il Torrazzo è nata da un’attenta osservazione di fenomeni di danno nel tempo di tipo strutturale tali da suggerire un intervento in tempi brevi. Infatti si tratta della torre campanaria medievale più alta d’Europa, la cui costruzione è iniziata pare intorno al 1247 e non sottoposta a manutenzione per tempi lunghi (l’ultimo intervento è stato eseguito dalla Soprintendenza nel 1977). Il crollo improvviso della Torre Civica di Pavia avvenuto il 17 marzo del 1989 ed i risultati delle indagini condotte allo scopo di trovarne la causa, hanno messo in evidenza un comportamento dipendente dal tempo della muratura sottoposta ad elevati sforzi di compressione, che può portare in tempi anche molto lunghi al collasso parziale o totale della struttura. L’ipotesi è stata confermata da molteplici prove di laboratorio che hanno mostrato chiaramente come il fenomeno, tipico dei materiali porosi (calcestruzzi induriti, rocce tenere, ecc.), sia legato all’insorgere di deformazioni che possono aumentare a carico costante seguendo un comportamento detto di creep (o viscosità) primario, secondario e terziario. Mentre la prima e seconda fase di tale comportamento possono tendere all’esaurimento in tempi più o meno lunghi, la terza fase porta in tempi rapidi fatalmente al collasso. Se nel caso dei calcestruzzi o di rocce dure il fenomeno avviene per valori di sforzo molto elevati (all’80% circa del valore di rottura), Binda et al., [hanno trovato sperimentalmente che nella muratura la viscosità secondaria si può generare intorno al 40-50% del valore di rottura del materiale. Indagini condotte su varie torri, in particolare sul Campanile del Duomo di Monza, hanno dimostrato che in certi casi il fenomeno è già in atto ed è quindi richiesto un intervento per arginarlo e cancellare o ritardare il più possibile gli effetti.File | Dimensione | Formato | |
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