Nel magnifico paesaggio di Capoterra, ai piedi dell’aspro massiccio metallifero del Sulcis, la casa blu, sospesa sull’orizzonte, si affranca intenzionalmente al senso comune dell’architettura locale. Tramite le tradizionali costruzioni mediterranee, tutte realizzate con archi, intonaci rustici e pietra locale, appare salvatrice e rinfrescante, pezzo di ghiaccio in un mare di calore. Protetta da un boschetto di pini marittimi, si sviluppa sul pendio in una solitudine ipotetica, cercando la vista sul panorama come uno strumento ottico. Niente fioriture, niente cancelli né strade carrabili. Tagliati nettamente, i volumi si compongono con cura e massima chiarezza attorno alla spina dorsale di una lunga scala in lamiera zincata bugnata che serve i piani uno per uno. La costruzione non tocca terra, permettendo lo scorrimento delle acque lungo la pendenza. A monte, il primo volume segue il terreno, riconoscibile dal suo imponente tettoberretto inclinato, che permette con abilità di rispettare le prescrizioni urbanistiche. In basso il secondo volume si distacca dal pendio. In mezzo sotto il berretto si incunea il patio d’ingresso. Il monocromatismo dell’insieme, rivestito per intero da un film plastico blu cielo, rinforza l’aspetto monoblocco della casa e sembra appartenere al design industriale piuttosto che all’arte muraria.

Blu orizzonte

LEONI, FABRIZIO
2006-01-01

Abstract

Nel magnifico paesaggio di Capoterra, ai piedi dell’aspro massiccio metallifero del Sulcis, la casa blu, sospesa sull’orizzonte, si affranca intenzionalmente al senso comune dell’architettura locale. Tramite le tradizionali costruzioni mediterranee, tutte realizzate con archi, intonaci rustici e pietra locale, appare salvatrice e rinfrescante, pezzo di ghiaccio in un mare di calore. Protetta da un boschetto di pini marittimi, si sviluppa sul pendio in una solitudine ipotetica, cercando la vista sul panorama come uno strumento ottico. Niente fioriture, niente cancelli né strade carrabili. Tagliati nettamente, i volumi si compongono con cura e massima chiarezza attorno alla spina dorsale di una lunga scala in lamiera zincata bugnata che serve i piani uno per uno. La costruzione non tocca terra, permettendo lo scorrimento delle acque lungo la pendenza. A monte, il primo volume segue il terreno, riconoscibile dal suo imponente tettoberretto inclinato, che permette con abilità di rispettare le prescrizioni urbanistiche. In basso il secondo volume si distacca dal pendio. In mezzo sotto il berretto si incunea il patio d’ingresso. Il monocromatismo dell’insieme, rivestito per intero da un film plastico blu cielo, rinforza l’aspetto monoblocco della casa e sembra appartenere al design industriale piuttosto che all’arte muraria.
2006
Sardegna; Leoni; Paesaggio; Acciaio
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