Il Festival dell'Architettura di Parma e la rivista d'Architettura co-producono, per l'edizione 2005 del Festival (settembre), una mostra dal titolo "LABORATORIO ARCHITETTURA ITALIA 2005: Genealogie, professione e ricerca, nuovi laici". Illustrano la mostra e le sue finalità, il Direttore del Festival, Carlo Quintelli e Giovanni Leoni, curatore della mostra. La mostra intende essere strumento di una indagine sullo stato della architettura italiana condotta secondo tre tagli differenti che caratterizzano tre sezioni. La prima sezione - intitolata "Genealogie", curata da Lamberto Amistadi e Domenico Chizzoniti - è incentrata sul tema della trasmissione del sapere progettuale. La seconda sezione - intitolata "Professione e ricerca", curata da Elena Mucci, Stefania Rossl e Annalisa Trentin - si pone in qualche modo nella scia della prima, indagando lo scarto tra la cultura architettonica alta che si discute nelle aule universitarie e si mostra sulle riviste, da un lato e, dall'altro, i processi reali di produzione della architettura, condizionati da soggetti molteplici - l'economia, la produzione, le istituzioni - mossi da differenti motivazioni e dotati di differenti linguaggi. La terza sezione - intitolata "Nuovi laici", curata da Domenico Cogliandro, Luca Gelmini, Diego Lama, Raffaella Maddaluno - è forse la più sfuggente e, al tempo stesso, la più ricca di promesse. L'intento è di indagare una nuova figura emergente di progettista giovane, ricco di esperienze internazionali, colto ma incapace di riconoscersi in una sola lezione o in una sola tendenza, fortemente orientato alla pratica, talvolta impegnato nell'insegnamento ma con disincanto rispetto alla possibilità di una tradizionale carriera accademica.
LABORATORIO ARCHITETTURA ITALIA 2005: Genealogie, professione e ricerca, nuovi laici
LEONI, FABRIZIO
2005-01-01
Abstract
Il Festival dell'Architettura di Parma e la rivista d'Architettura co-producono, per l'edizione 2005 del Festival (settembre), una mostra dal titolo "LABORATORIO ARCHITETTURA ITALIA 2005: Genealogie, professione e ricerca, nuovi laici". Illustrano la mostra e le sue finalità, il Direttore del Festival, Carlo Quintelli e Giovanni Leoni, curatore della mostra. La mostra intende essere strumento di una indagine sullo stato della architettura italiana condotta secondo tre tagli differenti che caratterizzano tre sezioni. La prima sezione - intitolata "Genealogie", curata da Lamberto Amistadi e Domenico Chizzoniti - è incentrata sul tema della trasmissione del sapere progettuale. La seconda sezione - intitolata "Professione e ricerca", curata da Elena Mucci, Stefania Rossl e Annalisa Trentin - si pone in qualche modo nella scia della prima, indagando lo scarto tra la cultura architettonica alta che si discute nelle aule universitarie e si mostra sulle riviste, da un lato e, dall'altro, i processi reali di produzione della architettura, condizionati da soggetti molteplici - l'economia, la produzione, le istituzioni - mossi da differenti motivazioni e dotati di differenti linguaggi. La terza sezione - intitolata "Nuovi laici", curata da Domenico Cogliandro, Luca Gelmini, Diego Lama, Raffaella Maddaluno - è forse la più sfuggente e, al tempo stesso, la più ricca di promesse. L'intento è di indagare una nuova figura emergente di progettista giovane, ricco di esperienze internazionali, colto ma incapace di riconoscersi in una sola lezione o in una sola tendenza, fortemente orientato alla pratica, talvolta impegnato nell'insegnamento ma con disincanto rispetto alla possibilità di una tradizionale carriera accademica.File | Dimensione | Formato | |
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