Pubblicazione per il Ministero dell’Interno. Prefazione del Ministro Roberto Maroni. Doppia edizione, in lingua italiana e inglese. Traduzione in inglese ad opera degli autori. Titolo dell’edizione inglese : The Viminale. A Palace at the Hearth of Italy’s Institutions. L’opera è stata pubblicata all’occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e dei cento anni dalla fondazione del Ministero dell'Interno. L’intento è di ritracciare la storia del cantiere di costruzione del Palazzo del Viminale e dei suoi giardini, a partire da un progetto dell’architetto Manfredo Manfredi. Nel 1911, Giovanni Giolitti decise di affidargli l’incarico dopo averne apprezzato la solida esperienza costruttiva nella realizzazione di altri progetti istituzionali per Roma Capitale, nell’ultimazione del cantiere del Vittoriano e nel restauro del campanile di San Marco a Venezia. In omaggio al linguaggio stilistico Beaux Arts, Manfredi realizzò un complesso ordinato di fabbricati seguendo uno schema planimetrico a forma di T, riuscendo con tale scelta progettuale ad inserire nuovi poderosi corpi in un contesto urbano estremamente denso. La varietà degli arredi, le decorazioni pittoriche e i fregi allegorici ornati degli spazi interni, voluti successivamente da Francesco Saverio Nitti, aggiunsero vivacità all’austera struttura, con l’intento di conferire al Palazzo l’aspetto più consono di residenza del Capo del Governo. Il progetto dello spazio aperto in cui si inserisce il programma architettonico di Manfredi fu affidato nel 1921 all’allora Direttore dei Giardini Comunali di Roma Niccodemo Severi. A partire dalla griglia distributiva del preesistente Orto Botanico Universitario, il paesaggista elaborò il disegno del giardino prospiciente agli uffici della Presidenza del Consiglio, facendo ricorso alle tecniche stilistiche di un’arte topiaria rigorosamente conforme ai dettami classici del giardino all’italiana.
Il Viminale. Un palazzo nel cuore delle istituzioni / The Viminale. A Palace at the Hearth of Italy’s Institutions
PERROTTI, DANIELA;
2011-01-01
Abstract
Pubblicazione per il Ministero dell’Interno. Prefazione del Ministro Roberto Maroni. Doppia edizione, in lingua italiana e inglese. Traduzione in inglese ad opera degli autori. Titolo dell’edizione inglese : The Viminale. A Palace at the Hearth of Italy’s Institutions. L’opera è stata pubblicata all’occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e dei cento anni dalla fondazione del Ministero dell'Interno. L’intento è di ritracciare la storia del cantiere di costruzione del Palazzo del Viminale e dei suoi giardini, a partire da un progetto dell’architetto Manfredo Manfredi. Nel 1911, Giovanni Giolitti decise di affidargli l’incarico dopo averne apprezzato la solida esperienza costruttiva nella realizzazione di altri progetti istituzionali per Roma Capitale, nell’ultimazione del cantiere del Vittoriano e nel restauro del campanile di San Marco a Venezia. In omaggio al linguaggio stilistico Beaux Arts, Manfredi realizzò un complesso ordinato di fabbricati seguendo uno schema planimetrico a forma di T, riuscendo con tale scelta progettuale ad inserire nuovi poderosi corpi in un contesto urbano estremamente denso. La varietà degli arredi, le decorazioni pittoriche e i fregi allegorici ornati degli spazi interni, voluti successivamente da Francesco Saverio Nitti, aggiunsero vivacità all’austera struttura, con l’intento di conferire al Palazzo l’aspetto più consono di residenza del Capo del Governo. Il progetto dello spazio aperto in cui si inserisce il programma architettonico di Manfredi fu affidato nel 1921 all’allora Direttore dei Giardini Comunali di Roma Niccodemo Severi. A partire dalla griglia distributiva del preesistente Orto Botanico Universitario, il paesaggista elaborò il disegno del giardino prospiciente agli uffici della Presidenza del Consiglio, facendo ricorso alle tecniche stilistiche di un’arte topiaria rigorosamente conforme ai dettami classici del giardino all’italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.