L’architettura della scuola ha costituito un campo di sperimentazione privilegiato per l’architettura moderna in Europa. Il rapporto ineludibile tra contenuto e forma, nella sollecitazione della nuova pedagogia e nelle istanze di scolarizzazione di massa, delinea un altro moderno che si connota per la propensione alla sperimentazione piuttosto che per l’adesione a schemi prefissati e stilemi puramente linguistici. Propensione che, nel secondo Novecento, apre il congegno architettonico alla comunità e all’integrazione col paesaggio esterno, articolandolo territorialmente fino ad approfondirne l’attitudine a farsi strumento di costruzione dell’insediamento. Lo studio intende indagare queste esperienze come variabile funzionale, ma non funzionalistica, dell’architettura, saggiando la ricchezza della sperimentazione associata all’edificio scolastico e le strategie sin qui sperimentate al di fuori della pura logica prestazionale e manualistica con cui nella pratica, soprattutto italiana, si è banalizzato il suo valore d’uso e disinnescato il ruolo cruciale svolto nell’insediamento. Mediante una lettura critica e formale, le architetture qui indagate per temi all’interno di soglie storiche di riferimento offrono prototipi, questioni e procedure compositive per la ricerca architettonica in una rara condizione di necessità per l’architettura, spesso impegnata a innovare insieme all’edificio anche la città e la sua organizzazione sociale. L’operazione di ridisegno e di ricostruzione dei modelli relativi ad alcune originali proposte tipologiche e formali penetra nelle procedure compositive, costruendo nella sua autonomia un racconto a volte corale altre volte sincopato che rimanda a mondi e civiltà possibili. Considerato all’interno del nuovo paradigma economico e sociale della Conoscenza, il luogo dell’istruzione è l’edificio pubblico per eccellenza e deve tornare a essere architettura: architettura educatrice.
Architetture per la scuola. Impianto, forma, idea
PEZZETTI, LAURA ANNA
2012-01-01
Abstract
L’architettura della scuola ha costituito un campo di sperimentazione privilegiato per l’architettura moderna in Europa. Il rapporto ineludibile tra contenuto e forma, nella sollecitazione della nuova pedagogia e nelle istanze di scolarizzazione di massa, delinea un altro moderno che si connota per la propensione alla sperimentazione piuttosto che per l’adesione a schemi prefissati e stilemi puramente linguistici. Propensione che, nel secondo Novecento, apre il congegno architettonico alla comunità e all’integrazione col paesaggio esterno, articolandolo territorialmente fino ad approfondirne l’attitudine a farsi strumento di costruzione dell’insediamento. Lo studio intende indagare queste esperienze come variabile funzionale, ma non funzionalistica, dell’architettura, saggiando la ricchezza della sperimentazione associata all’edificio scolastico e le strategie sin qui sperimentate al di fuori della pura logica prestazionale e manualistica con cui nella pratica, soprattutto italiana, si è banalizzato il suo valore d’uso e disinnescato il ruolo cruciale svolto nell’insediamento. Mediante una lettura critica e formale, le architetture qui indagate per temi all’interno di soglie storiche di riferimento offrono prototipi, questioni e procedure compositive per la ricerca architettonica in una rara condizione di necessità per l’architettura, spesso impegnata a innovare insieme all’edificio anche la città e la sua organizzazione sociale. L’operazione di ridisegno e di ricostruzione dei modelli relativi ad alcune originali proposte tipologiche e formali penetra nelle procedure compositive, costruendo nella sua autonomia un racconto a volte corale altre volte sincopato che rimanda a mondi e civiltà possibili. Considerato all’interno del nuovo paradigma economico e sociale della Conoscenza, il luogo dell’istruzione è l’edificio pubblico per eccellenza e deve tornare a essere architettura: architettura educatrice.File | Dimensione | Formato | |
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