Antico borgo agricolo alle porte di Milano, poi storico quartiere industriale di Bollate, Baranzate si è resa Comune autonomo nel 2005, sulla spinta di un partecipato referendum popolare. Il suo assetto fisico è quello proprio della periferia metropolitana: un pastiche edilizio che tiene insieme le palazzine della speculazione edilizia degli anni cinquanta e sessanta con la residenza a bassa densità tipica dei contesti periurbani, l’archeologia industriale e le cascine dell’originario assetto rurale, i centri commerciali della grande distribuzione e i condomini borghesi in klinker degli anni settanta, gli estesi capannoni produttivi e gli scampoli residuali dei terreni agricoli. A supporto di questa caotica urbanizzazione, priva di gerarchie riconoscibili e scarsamente dotata di edifici di pregio (fanno eccezione lo storico edificio dismesso della Carlo Erba e la moderna ‘chiesa di vetro’ di Mangiarotti e Morassutti), una paradossale situazione infrastrutturale: interclusa tra l’autostrada dei laghi, la Rho-Monza e le ferrovie Nord, tagliata in due dalla trafficata via Milano, la storica statale 233 Varesina, Baranzate è esclusa dal sistema di accessibilità con il trasporto pubblico che costringe i suoi abitanti a una dipendenza pressoché esclusiva dall’auto privata. Non più semplice appare la situazione sociale: è infatti il Comune con la più alta percentuale di popolazione straniera in Italia, quasi tutta proveniente da paesi a forte pressione migratoria, e in continua crescita da almeno vent’anni. Questo dato rende Baranzate un caso studio di particolare interesse: tra esperimenti di integrazione e conflitto, bisogni sociali e nuove forme di solidarietà, problemi abitativi e attività del terzo settore, la cittadina è di fatto un laboratorio sociale permanente. Baranzate attende dunque un completo ripensamento che risponda agli annosi problemi irrisolti – l’accessibilità e la dotazione di servizi – e che prefiguri un futuro possibile nell’età post-fordista. La prossimità all’area che nel 2015 ospiterà Expo offre inedite possibilità di ripensamento e sviluppo degli assetti e delle infrastrutture. Una sfida difficile e appassionante, a cui questo lavoro di ricerca intende dare un contributo ripartendo dalla centralità e dalla qualità dello spazio pubblico quale straordinaria ‘scena’ per la pratica della convivenza civile e quale irrinunciabile ‘incubatore’ per l’affermazione del senso di cittadinanza.

Prove di rigenerazione urbana

MONTEDORO, LAURA
2012-01-01

Abstract

Antico borgo agricolo alle porte di Milano, poi storico quartiere industriale di Bollate, Baranzate si è resa Comune autonomo nel 2005, sulla spinta di un partecipato referendum popolare. Il suo assetto fisico è quello proprio della periferia metropolitana: un pastiche edilizio che tiene insieme le palazzine della speculazione edilizia degli anni cinquanta e sessanta con la residenza a bassa densità tipica dei contesti periurbani, l’archeologia industriale e le cascine dell’originario assetto rurale, i centri commerciali della grande distribuzione e i condomini borghesi in klinker degli anni settanta, gli estesi capannoni produttivi e gli scampoli residuali dei terreni agricoli. A supporto di questa caotica urbanizzazione, priva di gerarchie riconoscibili e scarsamente dotata di edifici di pregio (fanno eccezione lo storico edificio dismesso della Carlo Erba e la moderna ‘chiesa di vetro’ di Mangiarotti e Morassutti), una paradossale situazione infrastrutturale: interclusa tra l’autostrada dei laghi, la Rho-Monza e le ferrovie Nord, tagliata in due dalla trafficata via Milano, la storica statale 233 Varesina, Baranzate è esclusa dal sistema di accessibilità con il trasporto pubblico che costringe i suoi abitanti a una dipendenza pressoché esclusiva dall’auto privata. Non più semplice appare la situazione sociale: è infatti il Comune con la più alta percentuale di popolazione straniera in Italia, quasi tutta proveniente da paesi a forte pressione migratoria, e in continua crescita da almeno vent’anni. Questo dato rende Baranzate un caso studio di particolare interesse: tra esperimenti di integrazione e conflitto, bisogni sociali e nuove forme di solidarietà, problemi abitativi e attività del terzo settore, la cittadina è di fatto un laboratorio sociale permanente. Baranzate attende dunque un completo ripensamento che risponda agli annosi problemi irrisolti – l’accessibilità e la dotazione di servizi – e che prefiguri un futuro possibile nell’età post-fordista. La prossimità all’area che nel 2015 ospiterà Expo offre inedite possibilità di ripensamento e sviluppo degli assetti e delle infrastrutture. Una sfida difficile e appassionante, a cui questo lavoro di ricerca intende dare un contributo ripartendo dalla centralità e dalla qualità dello spazio pubblico quale straordinaria ‘scena’ per la pratica della convivenza civile e quale irrinunciabile ‘incubatore’ per l’affermazione del senso di cittadinanza.
2012
Prove di rigenerazione urbana. Tre temi e sei progetti per Baranzate
9788860557360
Rigenerazione urbana; Disegno urbano; Baranzate (Milano)
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