“Io credo che si possa parlare di coerenza di metodo più che di continuità perché tra il progetto di un cucchiaio, di un tavolo, di una sedia o di un edificio c’è diversità. C’è diversità nel senso che nel progetto di un edificio tu ti collochi in un contesto complesso, quello del tuo tempo, un contesto storico, geografico, che ha una complessità molto diversa da quella del mondo degli oggetti. Invece credo sia giusto riconoscere una certa coerenza di metodo perché gli oggetti sono dentro le architetture e in qualche modo devono essere coerenti con queste. Pascal, mi pare, riferendosi ad un vecchio paese, un paese particolarmente armonico, senza dissonanze, diceva di trovare «un rapport parfait entre une maison et une chanson». Questa frase spiega bene cosa intendo per coerenza. Fra gli edifici e gli oggetti ci può essere una grande affinità, un rapporto perfetto.”. Con queste parole Ignazio Gardella, nel maggio 1995 in occasione di una lunga intervista ad Antonio Monestiroli (L’architettura secondo Gardella, 1997), descriveva la relazione tra architettura e design, sottolineando vicinanze e distanze ma concludendo sulle enigmatiche affinità infine su un’affinità enigmatica tra questi due mondi. Certo il mondo degli oggetti deve avere affascinato Gardella quasi quanto quello il mondo delle architetture e la sua opera si è costruita istituendo tra di essi intrecci e tensioniin profondità nell’intreccio e nella tensione tra questi mondi. Perché questa fortuna tocca spetta all’opera dei maestri , di riunire esperienze e realtà cose apparentemente lontane, rendendo distinte di rendere evidente come i confini tra i mestieri non siano , che paiono così definitivi e stabiliti, ma siano invece labili e provvisori.

Ignazio Gardella. Il mondo delle architetture e degli oggetti

LORENZI, ANGELO
2012-01-01

Abstract

“Io credo che si possa parlare di coerenza di metodo più che di continuità perché tra il progetto di un cucchiaio, di un tavolo, di una sedia o di un edificio c’è diversità. C’è diversità nel senso che nel progetto di un edificio tu ti collochi in un contesto complesso, quello del tuo tempo, un contesto storico, geografico, che ha una complessità molto diversa da quella del mondo degli oggetti. Invece credo sia giusto riconoscere una certa coerenza di metodo perché gli oggetti sono dentro le architetture e in qualche modo devono essere coerenti con queste. Pascal, mi pare, riferendosi ad un vecchio paese, un paese particolarmente armonico, senza dissonanze, diceva di trovare «un rapport parfait entre une maison et une chanson». Questa frase spiega bene cosa intendo per coerenza. Fra gli edifici e gli oggetti ci può essere una grande affinità, un rapporto perfetto.”. Con queste parole Ignazio Gardella, nel maggio 1995 in occasione di una lunga intervista ad Antonio Monestiroli (L’architettura secondo Gardella, 1997), descriveva la relazione tra architettura e design, sottolineando vicinanze e distanze ma concludendo sulle enigmatiche affinità infine su un’affinità enigmatica tra questi due mondi. Certo il mondo degli oggetti deve avere affascinato Gardella quasi quanto quello il mondo delle architetture e la sua opera si è costruita istituendo tra di essi intrecci e tensioniin profondità nell’intreccio e nella tensione tra questi mondi. Perché questa fortuna tocca spetta all’opera dei maestri , di riunire esperienze e realtà cose apparentemente lontane, rendendo distinte di rendere evidente come i confini tra i mestieri non siano , che paiono così definitivi e stabiliti, ma siano invece labili e provvisori.
2012
Arredi italiani XX secolo
Ignazio Gardella;
architettura italiana XX secolo
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